CHIARA: 1^ DONNA NON VEDENTE AL TRAGUARDO DELLA 100!
La storia di Chiara Pandolfi, prima donna non vedente a tagliare il traguardo della 100 km del Passatore, raccontata da Valentina Maltagliati.
“Forse quelli del Passatore non hanno potuto darmi il premio perché non mi hanno vista!”
Intervistare Chiara? Un gioco da ragazzi… basta aspettare che abbia corso, che si sia scolata diverse birre insieme ai suoi compagni della Nave e che ci sia la sua super Amica Ilaria. Chiara è una tosta, non è mica facile strapparle informazioni su se stessa. Non perde occasione per valorizzare chiunque corra con lei e la sua “squadra” della quale sono fieramente un componente. Chiara ha 33 anni e arriva a Firenze da Bergamo dove è nata. Lavora come fisioterapista e da quando aveva circa 12 anni non vede con gli occhi. Col cuore, con le sue abili mani, e con tutti gli altri sensi Chiara ovviamente è di gran lunga più dotata di tutti noi, infatti è sempre la prima a fare battute del tipo: “forse quelli del Passatore non hanno potuto darmi il premio perché non mi hanno vista!” Di questa 100km che per l’Italia rappresenta un passaggio storico perché appunto la prima donna non vedente la porta a termine e con condizioni meteo assolutamente avverse lei dice: “almeno mi sono tolta la paura della pioggia!” per poi cercare di riportare subito le attenzioni e gli elogi su chi, come Ilaria, Massimo, Nino, Paola, Francesco e Monia con la sua “trombetta” l’hanno scortata fino a Faenza. “Vale ma scrivi di loro!” continua a dirmi ridendo davanti alla pizza e ancora un po’ di birra; “Oppure chiedi all’Ilaria, lei scrive meglio di me”. E allora chiedo ad Ilaria, ultra maratoneta assolutamente esperta, pace maker di primissima categoria, che ha affiancato Chiara negli allenamenti e per tutto il tragitto del Passatore “Chiara è sempre entusiasta. Si sentiva così bene che non avrebbe mai camminato. A Fiesole voleva correre. Sulla Colla voleva correre. Per fortuna mi ha ascoltata quando le dicevo di mangiare, di cambiarsi e anche di fare pipì. Non è stato facile convincerla a ‘accostare’ a bordo strada, ma credo che proprio questo ‘fidarsi’ sia stata la più grande sfida di Chiara in questa prova”. Si narra che solo al 75km, tipo Forrest Gump, Chiara abbia esclamato “comincio ad essere un po’ stanchina” perché per il resto, scherzava con tutti, podisti o passanti che le chiedevano “ma come fai a correre di notte? Con questo buio?”. Qualche chilometro di tensione e silenzio solo vicinissima all’arrivo poi un pianto liberatorio e dopo via, ha acceso la sua allegra chiacchiera bergamasca. Appena arrivata voleva telefonare al Presidente della Nave per svegliarlo all’alba, invece ha chiamato i suoi genitori dicendo “mamma sono a Faenza sai ho fatto il Passatore!” Birbona. Ma non era ancora finita. L’adrenalina non accennava a scendere e giù urli negli spogliatoi “ho fatto il Passatoreeeee Ilaaaa!!!” e poi canzoni, parole a raffica, un mondo di suoni e allegria che Chiara regala a tutti noi. E quindi quest’anno dopo aver commosso Torino come primo pace maker Italiano non vedente, ha portato a termine anche questa altra impresa storica. Peccato che il podismo non sia uno sport “nobile” (!) come il calcio sennò l’avremmo vista a tutti i telegiornali. Grazie Chiara per queste bellissime emozioni.
Valentina Maltagliati (U.S. Nave Firenze)