IL MIO PASSATORE… IL NOSTRO PASSATORE
Eccomi qua…riacquistato un po’ d’ossigeno e di forze, proverò a scrivere l’emozioni provate nel corso della 100 Km. del Passatore, l’Ultramaratona più affascinante, più bella e più famosa al mondo, che prevede un percorso dislocato da Firenze a Faenza.
Inizierei dalla fine…
Immediatamente dopo aver oltrepassato la linea del traguardo nella piazza del Popolo di Faenza e nonostante l’orario 03,40 del mattino e le 12h 39min impiegati, sommerso da applausi, incitamenti, abbracci, baci e lacrime di mia moglie e mio figlio, avevo già dimenticato tutte le fatiche, le crisi, le angosce pre-gara con una sola certezza… che i due giorni appena trascorsi sarebbero rimasti indelebili per sempre nella mia vita.
Grazie, grazie, mille grazie al Passatore, ai tanti volontari, a tutta la macchina organizzatrice, che con il loro impegno ha supportato noi tutti durante i 100 km. del percorso; grazie… ancora grazie alla nostra associazione “Golfo dei Poeti” che in questi due anni ha consolidato in me l’amore per questo sport con il nostro spirito “arcigno” che ci contraddistingue sempre; grazie a Michele per la compagnia nei tanti allenamenti preparatori; grazie a Cristina e Giorgio, alla
loro decima presenza, per i mille consigli profusi; grazie ai miei compagni d’avventura, arcigni come me: Fabrizio, Giampaolo e in particolare Marco, con cui abbiamo condiviso gran parte della gara, ma il ringraziamento più grande va a mia moglie Maria Cristina e a mio figlio Antonio Pio, che con pazienza e passione hanno reso possibile questa mia impresa…Grazie, ancora grazie… vi amo da morire!!!
E come sempre, per mantenere alta l’attenzione, sulla mia maglietta non poteva
Nessuno resta indietro! Forza Ragazzi, vi siamo vicini…Mollare MAI!!mancare la “coccarda gialla” e la scritta “Liberi Subito” dedicata ai nostri fucilieri Massimiliano e Salvatore che ormai da 828 giorni sono lontani da casa, perché è un nostro dovere di militari e cittadini italiani, a fianco delle Istituzioni, lottare per un loro rapido rientro in patria.
Sabato 24 maggio: ore 13:30. Con gli Arcigni Marco e Gianpaolo ritiriamo pettorale e chip in piazza degli Strozzi di Firenze; foto di rito con la macchina con l’effige del Passatore e subito diretti in via dei Calzaioli nella splendida piazza delle Signorie in attesa
dello start. Prima della partenza foto con un giovane 67enne alla sua 22esima presenza…”Arcignooooo
“.
Ci siamo. Il countdown ha inizio. Un bacio a mia moglie e a mio figlio, una pacca sulle spalle di Marco e…5,4,3,2,1…inizia l’avventura.
Tutte le ansie, le preoccupazioni di non farcela svaniscono con il nostro grido di battaglia “ARCIGNIIIIIII”!!!
I primi 4 km li percorriamo nel cuore della città d’arte mondiale per eccellenza, la splendida Firenze appunto, con un sole quasi estivo che ci fa ben sperare. Lasciata Firenze, inizia la prima salita che ci porterà su per i colli fiorentini nella caratteristica Fiesole a quota 300 metri.
Con Marco avevamo deciso di intervallare le salite con camminate veloci, ma l’emozione la fa da padrona: vedere Firenze dall’alto è un’immagine e un ricordo che rimarrà scolpito nel mio cuore.
Continuiamo a correre, senza fermarci e senza troppi sforzi arriviamo alla vetta “le Croci” a 518 mt.; fra boschi e colline iniziamo così l’attraversamento
Inizia la scalata…le pendenze si fanno subito sentire, alterniamo la corsa con camminata veloce e tornante dopo tornante, superiamo Razzuolo a quota 635 mt. e con non poca fatica arriviamo a Colla di Casaglia al secondo traguardo intermedio 48 km. e 913 mt d’altezza. Ormai sono quasi sei ore che corriamo, l’aria è frizzante, quasi sera ci cambiamo, mettiamo su una maglia termica, la bandana e la luce per affrontare i successivi 52 km. nell’oscurità della notte.dei borghi appenninici. Giù in discesa, direzione Borgo San Lorenzo, casa del Mugello, primo traguardo intermedio km. 31,5; avverto un dolore sotto la pianta del piede destro che mi porterò per tutta la gara.
52 km. nel buio e nel freddo della notte, immerso nei boschi, con sfondo un cielo stellato mai visto prima, i tanti falò, i punti di ristoro sempre all’altezza della situazione, gli accompagnatori degli atleti, tutti coloro che ci hanno spronato e incoraggiato per superare al meglio le fatiche della “Cento”, sono qualcosa di unico e meraviglioso.
I km. scorrono lenti, in solitudine dal 65° km. Infatti, dopo il ristoro di Marradi, perdo il contatto con Marco. Sono solo con me stesso. Stringo i dent
i e vado avanti.
Di ristoro in ristoro, con un sali e scendi continuo che non da tregua, arrivo nel borgo medievale di Brisighella 88° Km.
Gli ultimi 12 km…Mi sento con mia moglie Maria Cristina che è in albergo a Castrocaro Terme, pronta per accogliermi a Faenza. Le gambe sono pesanti, il respiro affannoso, ma ormai dentro di me si concretizza la sicurezza del traguardo. Gli ultimi km. scivolano in scioltezza, le luci della città della ceramica sempre più vicine. Eccolo il traguardo, l’arco, l’arrivo nella splendida piazza del Popolo di Faenza.
Nonostante l’ora tarda è un tripudio. Tanta gente ad aspettare il nostro arrivo. Esulto. Grido la mia gioia. Sono felice; abbraccio mia moglie e mio figlio e con orgoglio vado a ritirare la meritata medaglia.
Ringrazio tutti quelli che sapranno condividere queste mie parole che hanno cercato di descrivere una giornata che ricorderò per sempre…
Arcigniiiii!!!
Grazie ancora Passatore…
Basilio Agnello