MISSION COMPLETED!
Una bella attesa ragazzi, una lunga attesa, lunghissima; dieci anni! Era l’ormai lontano 2004 quando per i miei 40 anni decisi di regalarmi una pazzìa, la cento chilometri del Passatore, ultramaratona che si svolge nei luoghi battuti dal brigante Stefano Pelloni nella sua breve vita. Non devono spaventare ‘solo’ i 100km di corsa, dal km 35 al 50 c’è una ripidissima salita che porta ai circa 900 mt s.l.m. di Colla di Casaglia. Dieci anni fa feci questa gara per gioco e senza allenarmi in modo specifico, e quest’anno sarà peggio perchè a settembre scorso ho avuto la frattura del piede sinistro, ripreso a correre a dicembre ed evidentemente sovraccaricato l’anca opposta che si è infiammata, in altre parole fermo tutto marzo ed aprile.
In questi mesi senza corsa ho fatto molta bici ma si sa, le due cose non sono paragonabili, quindi il 5 maggio riprendo a correre e riesco a malapena ad arrivare a 30km di autonomia, assolutamente insufficienti per una impresa del genere. Insensibile ai richiami della coscienza che mi dice NON ANDARE mi presento puntuale al nastro di partenza, conscio che sarà un massacro muscolare che mi lascerà il segno per mesi. La forte motivazione che mi spinge a non disertare la gara è che stavolta sono ai 50 anni, ma più che altro questa del 2014 è l’edizione 42 del Passatore, ed io, maratoneta puro che aborra ogni tipo di altre distanze se non funzionali alla maratona, non posso mancare. Il mio pettorale è il numero 180, come il numero della Legge Basaglia che sancì la riapertura dei manicomi asserendo che la pazzia non è una patologia bensì uno stato mentale presente in ogni individuo, e stavolta io mi sento pazzo oltre il 90% per essermi messo in gioco in questa impresa titanica. La partenza è a sensazione, fortunatamente l’amico Gian Paolo Sobrino mi da una voce da dietro e mi aggrego a lui nella speranza di restarci più a lungo possibile. Lui viene da un lusinghiero quinto posto assoluto alla Nove Colli della settimana precedente, non c’è gara, aspetto solo il momento in cui deciderà di lasciarmi indietro, e ciò avviene circa al km 25. Dopo l’addio di Gian Paolo mi supera l’inossidabile Raffaello Fanteria, lanciato nella sua prima esperienza del genere. Al km 30 a bordo strada, in auto, c’è Sergio, marito di Patrizia Melchior che aspetta la moglie per tirargli ‘appena’ 70km. EROICO! Proseguo fino alla salita della Colla che faccio più che altro al passo, non posso pretendere la luna dalle mie gambe. Su tale salita incontro e riconosco, prima volta in vita mia che la vedo dal vivo, Federica Romano che saluto. Lei è presente per spalleggiare il marito ma cordialmente mi saluta e fa anche qualche metro di corsa con me. La Colla sembra non arrivare mai, salendo al passo non poteva essere diversamente. Finalmente scollino in circa 5h30’e mi lancio in discesa, forse anche troppo forte. Me ne accorgo dal fatto che supero decine di concorrenti. La discesa ripida finisce, la pendenza si smorza e con lei anche le mie energie. Le tanto attese lucciole col cielo stellato arrivano ed è puro spettacolo nonostante la fatica ed il morale, anch’esso in discesa libera! Inizio ad importunare gli atleti circostanti cercando di parlare per farmi passare il vuoto glicemico di cui sono preda, mi ci vorrebbe una bella sosta di un’ora ma non posso permettemela. Col sole alle spalle, di colpo scorgo l’ombra di una figura evidentemente femminile che sta sopraggiungendo alle mie spalle. Indico l’ombra dei suoi capelli ondeggianti con lei ancora alle mie spalle e dico TU SEI UNA DONNA! Lei non proferisce suono ma ci ritroviamo a correre insieme. Dopo qualche metro mi giro per vederla in volto e mi accorgo che è Lisa Magnago che saluto forte della nostra superficiale amicizia su un social. Anche un fotografo ci immortala mentre io esclamo ECCO, ORA MIA MOGLIE VEDRA’ QUESTA FOTO E MI SGRIDERA’ DICENDO CHE VADO A FARE LE GARE PER ATTACCARE BOTTONE CON LE RAGAZZE, quanto sono fortunato! Lisa sta in palla e mi semina, oggi sono nullo atleticamente e devo incassare tanti sorpassi, ma con stupore scorgo il Mitico Jane Danilo Biagiotti procedere al passo, erano circa 30km che mi aveva seminato anche lui, ma mi dice che è prossimo al ritiro perchè proprio oggi non gli gira. Al km 70 sono completamente vuoto. Arrivo rantolando al km 80 con il coltello tra i denti, ma proprio non sto più in piedi e mi manca ancora un quinto di gara, inizio a camminare ed a perdere le speranze di trionfo. Uno, due, tre, quattro km, poi al ristoro del km 85 decido di MANGIARE. Fino ad allora ero stato parsimonioso, solo poco pane e marmellata, banane, sali ed acqua, ma questa volta mi sparo due uova sode ed un bicchierone di coca cola! Tiè, se proprio devo morire voglio farlo a panza piena! Ora sembrerà una battuta, ma incredibilmente, al km 86, dopo la bordata di colesterolo ingurgitata all’ultimo ristoro, riprendo vita, mi sento benino ed addirittura riprendo a corricchiare! Piano, ovvio, vado a 8’/km, ma rispetto ai 10’15”/km del mio ritmo di passo è tanta roba! Inizio a fare programmi di tempo finale, passo dalle 12h40′ pian piano alle 12 nette. Mi dico…. se riesco a chiuderla ad 8/km posso scendere sotto le 12 ore, sono caduto un pò in basso, ma dipende sempre dai punti di vista, sinceramente mi sento più di valore a chiudere oggi in 12 ore che 10 anni fa in 9h22′. Dieci anni fa, seppur non preparato, venivo dal mio all’epoca personale di 2h45 della prima maratona di Ostia 2003 e da un lusinghiero 2h50′ alla maratona di Roma 2004 fatto senza lavori specifici, inoltre ero dieci anni più giovane! Ero ben altro atleta! Ormai l’arrivo è certo, al km 80 i pensieri di ritiro mi tormentavano, ma l’edizione 42 andava onorata a tutti i costi. Al km 95 le tabelle chilometriche iniziano ad essere ogni km e non ogni 5, quindi il morale sale, corro solo, poche volte in compagnia, solo ed al buio, non ho accompagnatori, non ho nulla, solo una enorme motivazione. L’arrivo, un sollievo inenarrabile, non ho vesciche, non ho crampi, ho solo un frullato di muscoli al posto dei quadricipiti, ma poco importa, il mio dovere l’ho fatto! Il piano A prevedeva l’arrivo entro le 8h59′, perchè? Perchè con quel tempo si arriva ‘di sabato’ in quanto la mezzanotte ancora non è scoccata (si parte da Firenze alle 15 di sabato). Il piano B prevedeva il miglioramento del mio crono conseguito nel 2004, 9h22′. Il piano C era arrivare entro le 10 ore. Il piano D arrivare entro le 11 ore. Piani tutti saltati ma non il principale: ARRIVARE! 11:46 il tempo finale, non mi soddisfa ma la soddisfazione di avercela fatta oscura qualsiasi velleità di tempo cronometrico. Programmi per il futuro? Beh, se è vero che ho atteso 10 anni per ripetere l’impresa, direi che stavolta non aspetterò tanto, anzi, credo che alla prossima edizione sarò di nuovo al via per recuperare l’edizione andata storta quest’anno. Qualora avessi le carte per tentare il piano A non credo rinuncerò ad un team di accompagnatori, ma accompagnatori onesti, non come quelli che ho visto caricare il proprio atleta e trasportarlo in auto km e km avanti, schifosi! Una alimentazione mirata, compagnia, luce frontale, cambio maglia e scarpe possono veramente fare la differenza, anche se la motivazione rimane il motore principale di ogni impresa. Ora non rimane che leccarmi le ferite e sperare di rimettermi in sesto presto da questa devastazione muscolare occorsami.Non vi farò attendere troppo amici, con 8 giorni che non corro già la corsa mi manca moltissimo. Dopo 15 anni trascorsi a correre con il gruppo Anna Baby Runners Civitavecchia, quest’anno ho voluto dare fiducia al neonato gruppo di Cerveteri A.S.D Caere Trekking, amanti della natura sotto ogni punto di vista e dello sport all’aria aperta, che sia camminata, trekking, trail o corsa su strada. Un grazie al Presidente Sandro Vecchietti che mi ha accolto a braccia aperte e complimenti a tutti i miei amici presenti al Passatore; Antonio Bartolini, Paolo Reali, Lillo Cappalonga, Michele Greco, Grazia Lavalle e tutti quelli che ho nominato nell’articolo!
Mission completed!
Augusto Valle
pubblicato su http://asdcaeretrekking.altervista.org/2014-Passatore.html