NON SI TRATTA DI UNA IMPRESA EROICA
Il mio Passatore? Direi che non si tratta di un’impresa eroica come molti decantano nei loro racconti, tra i blog…
Ho preparato questa gara con 1300km in 6 mesi di allenamento: 3 maratone ufficiali, una 50km, molti allenamenti con dislivello, con qualsiasi condizione meteo
(ogni runner ogni tanto deve snocciolare i suoi dati!!!). Ho percorso mentalmente centinaia di volte la gara…non so quante volte ho sognato di tagliare il traguardo. Mi immaginavo in gara, sfinito dalla fatica, con passo incerto. Non ho mai pensato a me ritirato, sfinito e dolorante si, ma ritirato mai, anche se obbiettivamente, era una ipotesi…non remota.
Durante la gara, sinceramente ero molto concentrato e ricordo ben poco di queste 13 ore. Di solito non ricordo dove metto le chiavi della macchina, o dove parcheggio l’auto all’Ikea…uno dovrebbe ricordarsi almeno qualcosa di 13 ore e mezza di corsa…Sembra impossibile, ma veramente ricordo solamente dei frammenti, ma che frammenti!
Siamo partiti da Firenze con una trentina di gradi, erano le tre del pomeriggio. Il percorso dopo 4 km snocciola la prima salita verso Fiesole per poi scollinare a Passo Tre Croci (500mt s.l.m.) ed arrivare a Borgo San Lorenzo. Durante la discesa conosco Luca, podista torinese con il quale ci sentiremo anche nei giorni a seguire per scambiarci le nostre impressioni e sensazioni. Dopo alcuni km da Borgo c’è l’attacco dei 13km che portano a Passo della Colla (quasi 1000mt s.l.m.). Lì ho camminato, ci sono delle pendenze proibitive (per me!).
Passo la maratona in 5 ore. Proprio secondo i miei piani. Sono arrivato al Passo della Colla dopo 6 ore e 20 minuti, 48esimo km (in ritardo si una mezz’ora secondo la mia tabella…ma ci sta tutta!). Albano e Fulvio mi chiedono più volte se ho freddo, ma sudo copiosamente e da alcuni km non riesco a buttare giù niente né di liquido né di solido. Mi fermo a riposare alcuni minuti, poi metto la frontale mi prendo una barretta (non si sa mai che la crisi passi prima o poi!) e riprendo verso Marradi.
La crisi di stomaco non mi abbandona fino al 65esimo km, dove riesco a mangiare 2 biscotti ed a bere un po’ di the caldo. Non mi coinvolge la testa, resta circoscritta allo stomaco, di testa sono ancora fortissimo. A Marradi trovo Lella, Bebo, Lucia e Silvia. Cambio la maglia e metto un intimo tecnico + maglia a maniche lunghe (c’erano 10 gradi!).
E’ proprio vero, è come dice Albano…”Il Passatore inizia al 65esimo!”…è un po’ come il 30esimo km nella maratona.
Correre la notte è un’esperienza impagabile. Sei solo sulla strada, in lontananza vedi delle lampade lontane che ondeggiano, certe stanche…certe lente. Poi ho spento la luce, un po’ riuscivo a vedere la strada, ma soprattutto c’era una stellata che non vedevo da anni. E poi, al lato della strada, intermittenti mi facevano compagnia le lucciole, come a dirmi che ero sulla strada giusta verso Faenza. Nei mesi di allenamento avevo selezionato i brani del mio ipod in maniera maniacale, ero riuscito ad ottenere la playlist perfetta: questa canzone la metto sulla colla, questa dopo Marradi…questa a Faenza…ma sarebbe stato, oltre che contro il regolamento, un peccato non ascoltare i commenti dei podisti, i loro lamenti, le loro grida di gioia, i passi ora leggeri ed ora trascinati, i rumori del bosco, le grida della gente che ti dice: ”FORZA!!!!”, “ALE ALE ALE! DAIIIII”, i loro applausi…che roba… Passo il 70esimo e le pause ai ristori si fano sempre più lunghe. Ho bevuto troppo poco nella prima metà gara, chiedo alla gente ai lati della strada dell’acqua. Tutti sono super disponibili, non manca di certo lo spirito di partecipazione!
Inizio ad accusare la fatica fisica, mentalmente sono impeccabile. 80esimo…cammino 200metri e ne corro 800. Mentre cammino un paio di volte mi si chiudono gli occhi e la testa diventa pesante e mi cade sullo sterno, penso: “hey Giulietto, sei già stanco? su su!”…sono ormai 9 ore che corro…è l’una di notte. Al ristoro mi faccio due caffè, avevo bisogno di un nervino! Mi terranno sveglio fino alle sei!
Iniziano i crampi, sono come frustate che arrivano da dietro sul polpaccio, quando meno te lo aspetti. 90esimo. Penso, ok, me ne mancano 10, godiamoceli al 100%, poi è finita e purtroppo sarà solo un ricordo.
Sono 10km che danno piacere, endorfina allo stato puro. 95esimo…i crampi non mi danno tregua sono meno frequenti ma iniziano a salire sulla gamba. Mi fermo al gazebo del soccorso dove 2 pioniere della CRI mi fanno un massaggio alle gambe. Rimango quasi un quarto d’ora, poi Albano proprio mentre inizio ad addormentarmi mi ordina di tornare a correre. Obbedisco…a malincuore! 5 km un po’a rilento, trascinato dalla voglia di arrivare.
Ricordo le parole lette sulla maglietta di un runner a Firenze: “Corri se puoi, Cammina se serve, Striscia se devi!”. Arrivo al cartello di Faenza. E’ fatta…sono impaziente, cerco di correre, penso dentro di me: “immagina di vederti da fuori fluido, rilassato…” non è facile con i crampi che mi arrivano ai quadricipiti ma cerco di correre fino al traguardo…arrivo, saltino e…FINISHER!
13 ore 29 minuti e pochi secondi. Sono le 4 e mezza di mattina della domenica. E’ ancora buio pesto. La strada mi ha accompagnato tenendomi per mano ancora una volta e la luna…uno spicchio sottile…mi strizza l’occhio.
All’arrivo ci sono tutti gli amici che mi hanno preziosamente supportato, che emozione…indescrivibile…veramente…GRAZIE!
Ho imparato molto da questa 100km, sia dal punto di vista umano che sportivo. Ho capito che i miei limiti sono ben oltre, che ho sbagliato gran parte dell’allenamento (dovevo fare molto più fondo e montagna!), che devo scoprire cosa mi manda lo stomaco sottosopra…non capirò mai le motivazioni e le emozioni che impartiscono l’ordine al cervello di spingere al limite il proprio corpo…ma forse il bello è proprio questo…forse.
Giulio Marcato – Padova
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