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ELIO ASSIRELLI - 100 KM del Passatore | Firenze - Faenza

ELIO ASSIRELLI

Elio Assirelli, presidente della 100 km del Passatore dal 1988 al 2009.

Elio Assirelli nasce a Faenza il 7 marzo 1923, primogenito di cinque  figli – gli altri sono Luciano, Adriano, Vittorio e Mario, quest’ultimo  scomparso qualche anno fa – di Gaetano e Rosa Ricci.

Originari di Tredozio, i suoi genitori si trasferiscono nella nostra città  per motivi di lavoro: il padre è impiegato alla Timo, mentre la madre lavora  quale cameriera presso la famiglia Ghetti.

Conseguito il diploma di avviamento professionale e privatamente  quello biennale di ragioneria, Assirelli inizia a lavorare come meccanico in  un’officina della Fiat. Durante gli anni ’30 frequenta i Salesiani ed aderisce  all’Azione Cattolica.

Nel 1942 viene inviato a Roma a svolgere il servizio di leva presso la scuola di radiotelegrafia dell’ Aeronautica militare, ma dopo l’8 settembre ’43 va a combattere come volontario contro i tedeschi che vogliono occuparela capitale.

Rientrato a Faenza col congedo illimitato, vince il concorso alla Conservatoria di Ravenna ed inizia a lavorare alla sede di Modigliana dell’Intendenza di Finanza, dove si recherà ogni giorno, fino alla pensione, in vespa o in bicicletta.

Alla fine del ’43 non risponde alla chiamata alla armi della Repubblica Sociale, ma entra in clandestinità nel gruppo guidato da mons. Salvatore Baldassarri (il suo rifugio è a Errano presso la famiglia Dalle Fabbriche), partecipando al movimento di liberazione, dove conosce Benigno Zaccagnini, di cui sarà amico per tutta la vita, il quale gli farà conoscere Aldo Moro, l’altro suo grande punto di riferimento politico.

Nel ’44 entra nel consiglio direttivo del Fronte della Gioventù, in qualità di rappresentante dei cattolici faentini, ed aderisce alla Democrazia Cristiana. Nel ’45, tornato a lavorare, viene elettoco-segretario della Cgil, sempre in rappresentanza dei cattolici faentini, mentre nel ’46, dopo lo sciopero politico per l’attentato’ a Togliatti, rompe col sindacato unitario e fonda la Libera Cgil, poi la Cisl.

Nel 1947 si sposa con Virginia Casalini, la sua cara Ginetta. Nascono due figlie: Luisa e Maria Teresa.

Eletto consigliere comunale per la Democrazia Cristiana il 27 maggio 1951, circa tre anni dopo, 1’11 marzo 1954 è nominato Assessore Comunale all’Assistenza nella Giunta presieduta dal Sindaco Pietro Baldi.

Nella legislatura seguente viene eletto Sindaco di Faenza: ricoprirà tale incarico dal 10 agosto 1956 al 6 marzo 1972, per quattro legislature consecutive. In questo periodo, con le varie Amministrazioni da lui presiedute, concorre allo sviluppo economico della città, caratterizzato da un fatto a dir poco eccezionale per quegli anni: mantenere sempre il bilancio in
pareggio. Un risultato di cui andava fiero.

Il “Resto del Carlino” dedica per questo a Faenza una pagina speciale, chiamandola “la mosca bianca della Romagna”. Infatti, è l’unico Comune sopra i trentamila abitanti dell’Emilia-Romagna ad avere il bilancio in pareggio. Il Prefetto di Ravenna, a sua insaputa, proprio per tale motivo gli fa conferire dal Presidente della Repubblica “la commenda al merito della
Repubblica”.

Nel campo specifico dell’agricoltura propone al Consiglio Comunale, che approva, di mettere a disposizione della Facoltà d’Agraria dell ‘Università di Bologna, la “Tenuta di Tebano”, di 140 ettari di terreno, per le sperimentazioni viticole ed enologiche, nonché la raccolta e la conservazione di tutti i vitigni esistenti in Romagna, compresi i “minori”, che altrimenti
sarebbero andati perduti. Di tale periodo va ricordata anche la realizzazione della circonvallazione della città e il parco Bucci, primo polmone verde di Faenza.

Il 7 maggio 1972 è eletto Senatore della Repubblica nel Collegio Forlì-Faenza. Viene altresì rieletto nel 1976, fino alla fine di quella legislatura: 17 giugno 1979. Durante il periodo parlamentare è decisivo il suo apporto in sede di Commissione Finanze e Tesoro, di cui è segretario, per la trasformazione della Zecca, che viene unificata al Poligrafico dello Stato.

In sei mesi riesce altresÌ a risolvere l’annoso problema dei mini-assegni per la deficienza della “moneta divisionale”, facendo così risparmiare allo Stato 60 miliardi di lire per una nuova sede della Zecca stessa, il cui terreno è messo a disposizione dal Comune di Roma. In tale periodo presenta anche la Legge per il riconoscimento del marchio della ceramica di Faenza, tema portato avanti e risolto felicemente dal suo successore, il Seno Leonardo Melandri di Forlì.

Si stacca poi dalla vita attiva della Dc, rifiutando la candidatura per il terzo mandato al Senato, ma condividendone il percorso politico che all’inizio degli anni ’90 porterà alla nascita prima del Partito Popolare e della Margherita, quindi del Partito Democratico.

Assirelli continua ugualmente ad essere molto attivo nella nostra comunità. Socio dal 1979, nel 1980 diventa Presidente della cooperativa di abitazione Coabi, carica ricoperta fino alla scomparsa. Durante tale incarico aiuta oltre 550 famiglie a costruirsi la casa.

Nel 1981 è eletto Presidente dell’Ente Tutela Vini di Romagna, che risana e rilancia; ricoprirà tale incarico fino all’aprile 2005, diventando poi il Presidente onorario dell’ ente, nel frattempo denominato Consorzio Vini di Romagna.

In quegli anni ricopre pure i ruoli di Vice Presidente dell ‘Esave (Ente per gli Studi e l’Assistenza Viti cola ed Enologia dell’Emilia-Romagna) e dell ‘Enoteca Regionale dell ‘Emilia-Romagna di Dozza; nel 1982 è inoltre eletto Vice Presidente della Feder.doc, di cui diventa Presidente dal 1991 al ’98.

Dal 1993 al ’98 è membro anche del Comitato Nazionale per la Tutela e la Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche Tipiche dei Vini del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e F orestali. In tale veste porta avanti la battaglia per non dimenticare l’ 85% dei vini italiani prodotti e fino ad allora trascurati dagli organi preposti alla tutela delle denominazioni, che si occupano quasi esclusivamente del restante 15%. Nel 1996 è chiamato a far parte anche dell’ Accademia della Vite e del Vino.

Assirelli è attivo anche in altri organismi, tra i quali ricordo la Riunione Cattolica Evangelista Torricelli, di cui è socio fin dalla nascita e della quale regge la presidenza dal ’91 al 2006, anno in cui diventa Presidente onorario.

È altresì attivo nel Comitato della 100 Km del Passatore, costituitosi nel 1988, quindici anni dopo la nascita di quella che diventa la più famosa delle oltre 800 ultramaratone che si svolgono ogni anno nel mondo, trasformandolo poi nella Associazione Sportiva Dilettantistica 100 Km del Passatore, di cui assume il ruolo di Presidente fino alla scomparsa.

Le passioni per lo sport – in gioventù ha praticato la lotta greco-romana e il calcio – per la lettura – da quella quotidiana del Corriere della sera e di Tuttosport ai libri – e per la natura – dal mare alla montagna, vissuta spostandosi sempre in camper e in compagnia della famiglia e degli amici – hanno caratterizzato la sua quotidianità e il tempo libero.

Ad illuminare costantemente il suo impegno sociale e politico ci sono sempre state la fede nel Vangelo e la fedeltà alla Costituzione, parole alte che gli hanno permesso di guidare la nostra Città, valorizzando sempre il lato positivo dei fatti e delle relazioni.

La sua testimonianza politica, semplice e sobria, era caratterizzata dal coraggio delle idee. Esprimerle pubblicamente – così affermava – ti aiuta, quasi ti obbliga, ad essere coerente verso la comunità, dunque ad essere  fedele al mandato ricevuto.

Dalla Commemorazione ufficiale, il 4 febbraio 2010, Claudio Casadio, Sindaco di Faenza

 

 

Ricordo di Pirì Crementi al funerale di Elio Assirelli

 

 

Credo di avere capito perché questa gara affascini tanto e rappresenti ogni volta un’esperienza così impor­

tante. La ragione è che una 100 km. è come una vita.

 

I centisti partono impazienti, entusiasti, desiderosi di dare il meglio di loro stessi, incuranti delle difficoltà che incontreranno. Gridano la loro gioia, la loro speranza, salutando chi li guarda dal bordo della strada, stupiti e un po’ invidiosi. In cuor loro ognuno pensa che questa sarà la loro grande occasione. La preparazione è costata tempo, sudore, fatica ed ora superano di slancio le prime difficoltà e piccole crisi; poi cominciano a procedere con più fatica e si accorgono che l’impegno è più serio di quanto si aspettavano. Eppure devono andare ancora avanti perché hanno un impegno con loro stessi. Nella lunga notte insonne ed in solitudine, tutta la gara ripassa velocissima davanti agli occhi, in un attimo; l’istante dopo sono arri­vati al loro traguardo. Questa sintesi è la 100 km. del Passatore che per vent’anni è stata il sogno di migliaia di centisti che hanno superato loro stessi sulle strade del Mugello e della valle del Lamone, questi sono i campioni della gente fra la gente; questi sono gli uomini che hanno fatto grande la 100 Km. del Passatore. Vent’anni di 100 Km., una vita vissuta di corsa. Il Centista è una persona rara, non teme la solitudine ma se può corre in compagnia e sono felici di riconoscersi tra sportivi genuini, al di sopra dei campanili e delle regioni, formando il popolo della corsa.

 

Questa è la 100 Km. che abbiamo sognato e voluto venti anni or sono ed abbiamo cavalcato il tempo anticipando le richieste di trasformazione che spuntavano all’orizzonte e alla 100 Km. atletica e selettiva, abbiamo affiancato la 100 Km. del popolo della corsa, la 100 Km. degli amatori.

 

Quali organizzatori questi risultati sono stati per noi di grande, grandissima soddisfazione, e abbandonando

la nostra innata modestia, siamo fieri dei risultati di prestigio ottenuti dalla nostra “100” in ambito nazionale ed internazionale; ma non dimenticheremo mai che tutto questo va ad esclusivo merito dell’esercito dei collaborato­ri volontari e di Voi centisti, che con le vostre presenze e per i risultati ottenuti, avete fatto grande la 100 Km. del Passatore, una corsa d’incanto. Grazie.

 

Francesco Calderoni

Presidente

U.O.E.I.

 

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