100 km del Passatore.. di Ezio Michele Paderiva
Il Passatore l’ho sempre considerato non per me. Fuori dalla mia logica fuori dalla mia portata. Gli infortuni, l’incapacità di stare in piedi di notte, la paura di non sostenere una distanza simile. Così seguivo da lontano, attraverso fb, i giornali e la tv, questi incredibili atleti che riuscivano a fare ciò che io non sarei mai stato in grado di fare. Invece invece capita che un giorno ti iscrivi e ti metti in testa che riuscire è un insieme di tanti fattori compresa un pizzico di fortuna, ma tentare è invece una decisione tua e solo tua. Siamo dentro il cammino….Sono trascorsi 31, 5 km e i dubbi emergono con prepotenza. Ho le gambe di marmo. No no così è impossibile arrivare farci sopra altri 70km. Inizio la Colla affranto vengo continuamente sorpassato e questo appunto non è gran segno. Ok mi dico accetta ciò che é questo è il tuo limite. Punto. Proseguo senza voler cambiare la realtà. Per lo meno ho il mio zainetto sulle spalle preso a Borgo. Mi fa sentire più tranquillo aver tutto con me. Ricambi pila peluche qualche barretta energetica e mezzo litro d acqua. Poi a metà della Colla improvvisamente seguo il trenino di una donna, Marina, che pare una scalatrice da Giro d’Italia. Entro nella parte mi metto in scia, capisco che reggo, mi immagino scalatore vedo che nessuno ci sorpassa ma che anzi siamo noi a riprendere via via camminatori su camminatori. Mi esalto in questo ruolo di quello che prova a tenere il ritmo. Lei è incredibile. Al Colla la ringrazio e vado alla tenda massaggi. Mi cambio e riparto in discesa. Ma.. Non sono non sono nemmeno a metà. Ok mi dico arriviamo a metà poi cmq sia saranno meno km di quelli percorsi. È notte. Rare volte guardo l’ora, mi interessa la strada, lo spazio reso vivente da sagome con luci. Ogni buio ha la sua luce. La mia è una frontale e una posteriore rossa. Ci si accoda si raggiunge e si è raggiunti. Serve far comunità, serve comunicare attraverso la presenza. Ho raggiunto il mio equilibrio tengo un passo che mi consente di sperare. L’obiettivo è chiaro, fermarmi alle postazioni massaggio per alleviare la fatica. I miei micro traguardi vanno di cinque in cinque km. Ogni volta che mi fermo per i massaggi, mi accadrà credo 5 volte, ringrazio a parole e con il cuore chi si prende cura di me. Alle due di notte io sto facendo la mia strada ma loro sono li ad aiutarmi con una cortesia e una pazienza infinite. Ai ristori ascolto il mio corpo e la mia testa:cosa volete? Ok quelli quelli sono buoni possono aiutare. Cubetti di mortadella e formaggini. Era da quando ero bambino che non mangiavo i formaggini. Buoni li desideravo da decine d anni. Al km 61 mi rendo conto che forse non è impossibile arrivare. In alcuni intermedi sulle pedane dove transito non sento segnale acustico ma che posso farci?! . Boh mi dico,io cmq sono qui per camminare e quello sto facendo. Sono le cinque di mattina. Mi rendo conto che non ho un filo di sonno. L adrenalina è talmente alta che persino uno come me che ogni sera alle 22 è a letto ora non sente nulla. All’uscita dai paesi trovo persone che applaudono. Li ringrazio, sono incredibili. Le gambe rispondono ancora da molti km noto che cammino con il piede dx extroflesso. Una difesa del corpo vista la situazione della mia anca. Ogni tanto mi fermo per qualche lieve esercizio poi riprendo beneficiando di quella sosta. A 20km dalla fine mi rendo conto che ora si è questione solo di testa. Andrei avanti anche demolito. Invece no vedo qualcuno che si ritira. Non sta bene. Ecco mi dico questo può sempre succedere. Meglio rimaner concentrati e appena si ha il presentimento di qualche giramento di testa rallentare fermarsi e dare modo al corpo di recuperare. È l alba. È da ieri che camminiamo. Siamo folli. Una follia pacifica una follia da bambini una follia che ti fa vivere. A dieci km dall arrivo mi dico ecco un mio classico allenamento 10km. Aumento notevolmente il passo. È tutto orgoglio. Le Gambe rispondono non perché non siano stanche ma perché sono felici. Ai meno cinque piove a dirotto. Credo di aver delle gran belle vesciche ai piedi ma non me ne frega nulla. Non è quel dolore che mi può fermare. Non ora. Mi piace si mi piace questo fatto della pioggia improvvisamente intensa. L ho sempre amata la pioggia intensa e sono contento di sentire la sua forza che mi avvolge. Al km 99 mi fermo. Faccio una foto al mio peluche che metto sopra il cartello. Poi riprendo a camminare. Sono contento. Ora ogni dubbio se ne è andato. Ce l ho fatta. Incredibile. Ce l ho fatta ad arrivare. Mi scende una lacrima le 17ore e 44sono il tempo che nella mia vita mi ha visto qui dentro questa folle viaggio. La luce c’è. Da qualche parte c’è sempre.