Al prossimo viaggio! di Francesca Spinsanti
A pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni 2020 tante emozioni mi invadono.
A Novembre 2018 un pensiero inizia a frullarmi in testa. Passatore. 100 km.
A me la distanza non ha mai spaventato. Anzi. Una sfida che mi entusiasma.
A me spaventa la velocità.
Ma nelle gare di lunga distanza conta il passo si, ma più delle gambe conta la testa.
Passata la maratona di Valencia a dicembre, la decisione è presa. Maggio 2019 sarà Passatore.
L’attesa del Passatore è fatta di emozioni, di ansie, di paure, di fatica, di lacrime, di risate, in testa in questi mesi hai un unico pensiero: da Firenze arriverai con le tue gambe a Faenza.
Come sempre quello che mi darà forza sarà il gruppo. Corro sempre in solitaria gli allenamenti, ma condivido tutto ciò che mi preoccupa con lo splendido gruppo “100 km di Passione”. E giorno dopo giorno si sogna il Passatore sempre più intensamente.
Arriva il 25 maggio. Ore 15. Io e altre 99 donne (le energiche donne di 100 donne per 100 km), insieme a tanti altri atleti ci troviamo sulla linea di partenza. Lo sparo. Si parte. L’emozione è così forte che attiverò l’orologio solo dopo qualche minuto.
Lungo il percorso incontro molte persone che conosco. Altre che riconosco dal braccialetto tricolore (il segno distintivo del gruppo 100 km di Passione). Ci si scambia un saluto. Un incitamento. Faccio i passaggi intermedi esattamente nel tempo che avevo preventivato (lo so, lo so, il primo passatore si fa senza orologio, ma io sono ragioniera e i numeri sono la mia fissa). Arrivo al passo della colla. È buio. Prendo o non prendo l’antipioggia? Il tempo sembra reggere. Chiedo consiglio e conforto nella tenda al primo ragazzo che trovo vicino a me. Lui risponde “se non lo prendi, piove”. Lo prendo. Al 50esimo km inizia il diluvio. Fortuna che per una volta non ho fatto di testa mia!
Quando inizia a piovere capisco lo stato di trance agonistica in cui mi trovo. Vedevo la pioggia scendere davanti alla frontale ma non sentivo le gambe nude bagnate dalla pioggia. Una sensazione magica di essere in una bolla dove nulla poteva succedere. Sentivo le persone parlare ma non udivo quello che dicevano.
Nei giorni precedenti qualcuno mi diceva “ma non hai paura a correre di notte,da sola, in montagna, al buio?” Ed io rispondevo che non sarei stata sola visto che eravamo più di 3000 partenti. In realtà ho scoperto che invece sei sola. Sola con te stessa. Con i tuoi pensieri. Con le tue gambe. Con il tuo cuore. Con il tuo viaggio.
Arrivo a Brisighella in perfetto orario di marcia.
Fino a lì nessun problema. Nessun dolore. Nessuna stanchezza. Nessun sonno. (le principali fobie di chi fa il Passatore). Poi però proprio al km 88 a me scende l’adrenalina. Perdo la concentrazione. Probabile proprio perché quando immagini il Passatore ti continui a ripetere che una volta arrivata a Brisighella la gara è fatta. Inizio a pensare che sono partita il giorno prima alle 15 da Firenze e che sto per arrivare a Faenza. “Spins ti rendi conto?!?!” Aiuto!!!
Chiamo un amico che mi aspettava a Faenza. Mi viene incontro. Lo troverò poco prima del km 95. Al km 95 chiamo il mio compagno di avventura che era già arrivato al traguardo e che aspettava la mia chiamata.
Km 98. “Io mi voglio ritirare. Non può essere che non c’è nessuno dell’organizzazione che mi viene a prendere”. Oramai ero al delirio totale. E pensare che non avevo nessun dolore. Nessuna stanchezza. Nessun sonno.
Quasi al km 99 un signore davanti ad un portone mi dice “forza che sei quasi al km 99” come QUASI al km 99?!?! Ma quando arriva questo km 100?!?! L’avrei ucciso!
Poi in un attimo Faenza. I rumori dell’arrivo. La gioia. Le lacrime. L’arco. È fatta. È finita. Spins sei arrivata al traguardo!
Confermo. Il Passatore è una gara che si corre con la testa prima che con le gambe.
Devi volere con tutta te stessa arrivare a Faenza altrimenti pure se sei allenato a Faenza non ci arriverai mai con i tuoi piedi.
Al prossimo viaggio!
Francesca Spinsanti