Andrea Bergamaschi… e il quarto vien da sè!
Finalmente, dopo un anno di stop è tornata la 100 km del passatore!
L’ultima volta che l’ho corsa è stato nel 2018 (in 14 ore) poi, nel 2022, assieme a mia moglie abbiamo camminato.
Purtroppo, come è risaputo, da un anno a questa parte la mia città, Faenza, deve lottare con enormi difficoltà ed io, come molti miei concittadini, ho dovuto subire la tragedia dell’alluvione.
Quando vieni colpito da un disastro come questo non hai molto tempo per allenarti, specialmente se sei ancora lì che devi sistemare un sacco di cose.
In più, a gennaio dell’anno scorso, avevamo acquistato una vecchia casa in sasso in cima al Monte Trebbio a Modigliana dove ci sono state moltissime frane, fra cui parte del nostro terreno.
E così, fra settimana, dopo il lavoro, si facevano le undici di sera per sistemare casa a Faenza e il sabato si andava tutto il giorno a lavorare sul Trebbio… ma la determinazione e la costanza per allenarmi, non mancavano!
Martedì, giovedì e sabato sveglia alle 4:50 per fare almeno 12/13km a Faenza e la domenica, su alla casa, tra i 20 e 40 km, con delle belle salite; perché, quando sei a 600 mt sul livello del mare e le uniche 4 strade scendono, prima o poi devi risalire! Così dopo 6 mesi di allenamento, con 1.060 km e 18.343 d+ totali, è arrivato il fatidico giorno!
Per tutta la settimana che ha preceduto la partenza, causa le piogge che lambivano le frane in movimento, ho avuto l’ansia che bloccassero i treni, ma alle 9:48 del 25 maggio (con un po’ di ritardo) siamo partiti.
Il treno è pieno zeppo (come diciamo in Romagna “imballonato”), tra podisti e ciclisti con bici di ogni tipo pronti a seguire gli atleti, ma per fortuna trovo un posto a sedere e dopo due ore e venti minuti sono a Firenze. Sceso dal treno raggiungo la squadra al solito ristorante per un piatto di pasta e una birra fresca, poi tutti assieme ci dirigiamo verso le Cascine per l’ultima ora di riposo. Mi cambio, lascio la borsa nel camion per Faenza e con gli altri mi incammino verso la partenza. Non so se in griglia ci sono tutti i 3.000 podisti, ma di sicuro siamo talmente tanti che al posto dell’ossigeno respiro adrenalina, tutto vibra e l’emozione è già fortissima!
Come un orologio svizzero alle 15 in punto parte il viaggio!
Inizio con calma, l’importante è divertirmi e arrivare a Faenza, (perché “ciò zènt km lì è da fè”) ma provo a pormi l’obiettivo di stare nelle tredici ore.
La partenza è sempre un po’ lenta, tutti i podisti si devono smaltire in qualche modo.
Al quarto chilometro inizia la salita per Vetta Le Croci e in lontananza inizio a vedere grandi nuvoloni neri e a sentire dei tuoni, nella testa mi dico “speriamo bene!” Tengo un buon passo e arrivo in cima senza prendere l’acquazzone, anche se noto che in terra è tutto bagnato! Ristoro e giù, verso il 31° km, dove si arriva a Borgo San Lorenzo. Ogni 10 km mando un messaggio a mia moglie che mi aspetta a Crespino per seguirmi in bici. Arrivato a Borgo mi dice: “sei passato 700°”, ho i brividi perché mi accorgo che sto accelerando troppo quindi mi dico “ricordati che c’è la Colla” e rallento! Arrivo a Ronta, inizia la salita!! Accendo la musica che ascolto con cuffie a conduzione ossea, così da poter sentire bene i rumori della strada. Decido di alternare 200 mt di passo e 200 mt di corsa lenta e in questo modo arrivo alla Colla in 5h 27 minuti. Buono!!
Saluto amici tra il pubblico, mi cambio per la notte, mangio un piatto di pasta e riparto:
crampo dietro la coscia destra! Cerco di gestire il dolore con calma e al ristoro di Casaglia butto giù altra pasta. A Crespino mi aspetta mia moglie Simona in bici, suo fratello Stefano con gli amici Giro e Nerio. Saluto tutti al volo e insieme a Simona ce ne torniamo verso casa.
Inizio a sentire le gambe indolenzite e prima di Marradi ci raggiungono Fabio e Chiara in scooter che si fanno sentire con il loro solito campanaccio.
Tra Sant’Adriano e San Cassiano Simona si allontana per non essere d’intralcio agli altri podisti e proprio in quel momento cado come un salame!! Per darmi una direzione al buio seguo la linea bianca a destra della strada ma metto male il piede e scivolo. Piano mi rialzo, chi era lì vicino mi chiede se sto bene e controllo la cosa più importante cioè le ginocchia che hanno solo un graffio. Tutto ok!! Ho male alle braccia perché le ho usate per attutire la caduta, ma mi dico che non servono per correre e riparto con calma.
Come tutte le altre volte che abbiamo fatto la 100 quando vediamo Brisighella chiamiamo Sanja che si alza dal letto per venirci in contro a piedi ad Errano, ma questa volta dice che vado troppo veloce e quindi ci aspetta alla “Cartera”. Cartiera, saluto Sanja senza fermarmi, …rotonda del passatore (che non si sa perché quest’anno è senza Passatore??), …via Firenze, …porta Montanara, …corso Matteotti, …piazza del Popolo, …Arrivo!!