IO C’ERO di… Citrano Salvatore
Non so se sia incoscienza o sia corretto mettere così a dura prova il fisico e la mente. Ma la 100 km del Passatore (Firenze-Faenza) è questa: corri e cammini insieme a tuoi GRANDI (sottolineo GRANDI) compagni di viaggio, atleti mai visti diventano, anche per qualche minuto, amici con cui condividere la strada, il sacrificio. La 100 km non è una gara podistica, ma un lungo viaggio, un percorso con dure salite e appena raggiungi le tanto attese discese, ti accorgi che creano problemi alle tue gambe (forse erano meglio le salite). Parti con il caldo, viaggi tutta la notte, affronti il freddo e come se non bastasse, durante il percorso trovi pure il diluvio. Sei sempre più stremato, ad un certo punto le gambe gridano di fermarsi, inizi a chiederti “ma chi me lo ha fatto fare?”. Ma il cuore e la testa dicono di continuare, allora devi prendere una decisone: la tua mente si isola da tutto e da tutti, resti da solo lungo la buia strada, il silenzio notturno ti aiuta a riflettere e a gestirti, dirotti la mente nella cosa più grande che hai…i tuoi figli, tua moglie, la famiglia. Solo così decidi che il ritiro non è la giusta soluzione e con una forte motivazione continui il viaggio. Le ore e i km passano, ma il traguardo ti sembra una meta irraggiungibile. E già sei pronto a gestire la successiva crisi che sicuramente arriverà. Ad un certo punto, ti rendi conto che ancora hai un po’ di energia da spendere, riprendi a correre, restano sempre meno chilometri all’arrivo. Dai e ricevi conforto dai tuoi fratelli, ti aspettano, li aspetti. Leggi il cartello 90km e ti chiedi “ma veramente sto riuscendo in questa avventura?”.
Finalmente inizi a intravedere i’arrivo e tutto diventa più facile, la sofferenza si trasforma in sorriso e lacrime.
Finalmente tagli il tanto desiderato traguardo, e dopo qualche minuto ti rendi veramente conto che la 100 km del Passatore É FATTA. La mia prima ultramaratona é FATTA!!! Probabilmente siamo veramente dei super super sminchiatiddi di testa, ma è un’esperienza unica che non dimenticherò. Alla fine conosci i tuoi limiti e impari a gestire la tua sofferenza…e sopratutto ti diverti!!!
Un SINCERO grazie ai miei compagni di viaggio Luciano Carrubba, Luigi Panzarella, Baglio Alessandro, Giordano Salvatore, Marcello Di Maggio, Barbera Totò.
Un grazie al grande campione Marco Timpanelli per i continui consigli e suggerimenti che mi ha dato.
Ma un particolare grazie va a mia moglie Vanessa, che continua a sopportare le minchiate che mi passano per la testa .
NB. A mio fratello babbu giufá Luciano Carrubba : “non mi cercare più”. Ora ti “scancellu”. Sei un grande GRAZIE!!!