Io c’ero… di Mannini Maurizio
Tutto ha inizio 2 anni fa, una diagnosi dura di quelle che ti fanno tremare dalla paura , l’intervento chirurgico che poteva compromettere la mia passione per la corsa e non solo. Una volta svegliato dall’anestesia mi dissi: “ quando mi rimetto in piedi se le gambe me lo consentiranno farò il Passatore”.
Poi le coincidenze della vita che forse coincidenze non sono, Orbetello Half Marathon 2018 , c’è Daniele Ottavi che mi propone un libro. Lui è il coautore di un libro chesi intitola “Correre da 0 a 100” di Giorgio Calcaterra , si il re proprio lui. Ho anche la fortuna di conoscerlo e di farmi autografare il libro. Per me era importante.
Non sono solo io che volevo fare questa corsa è il Passatore che mi ha trovato e non mi ha più lasciato, un’idea fissa che mi sono gelosamente tenuto per me, sulla quale scherzavo ma senza essere preso sul serio, forse un pò per scaramanzia.
E’ in questo libro che ho trovato i suggerimenti e la tabella di allenamento, obiettivo arrivare, diceva il paragrafo del libro, obiettivo arrivare senza farsi male e continuare a correre , dicevo a me stesso.
Il resto è allenamenti per niente alienanti , mirati più a non usurarsi e cercare di arrivare il giorno della gara integri e non finiti. Non ho mai avuto paura di non farcela, il tempo era di secondaria importanza, sapevo che non avrei mollato mai. Mi premeva più farla che mi lasciasse un bel ricordo.
Un emozione infinita , la partenza , i compagni di viaggio , gli amici che ho trovato lungo il percorso , tutti quelli che ti pensano o che ti seguono anche solo su internet sono con te , li senti e in qualche modo ti aiutano. Arriva la prima difficoltà a Razzuolo , troppo presto, mi dico , ma non lascio spazio a pensieri negativi , mi guardo intorno , la natura , il ruscello, la montagna , sono questi pensieri che mi aiutano a non pensare alla fatica che magicamente si attenua. Per uno come me che non aveva mai fatto questi km è la cosa che più mi meraviglia anche perché era un pò l’unica la paura che avevo: non sapere cosa sarebbe successo una volta superato il limite che non avevo mai superato.
La discesa della Colla mi impegna quasi quanto la salita , cerco di non farmi trasportare e di non affaticare troppo i muscoli , è tutto un alternare tratti camminati a tratti di corsa perché la testa era già ai km che avrei dovuto ancora affrontare.
Poi dopo il ristoro di Casaglia, ritrovo energie inaspettate ma so anche perché. A Marradi ho chi mi aspetta, è un pensiero felice sapere che il mio amore è li pronta a correre con me i restanti 35 km, condividere con lei la passione per la corsa è un privilegio e in questo mi sento fortunato.
E’ un grande viaggio con te stesso e tuoi pensieri , la natura che ti circonda , i tuoi limiti , le tue paure. Non riesco a descrivere tutti i pensieri che ho avuto ma una stella ,nonostante la pioggia ,so che che mi ha accompagnato.
A un certo punto in un lungo tratto rettilineo mi giro indietro e la fila interminabile di lampade frontali è uno spettacolo unico.
La stanchezza comincia a farsi sentire prepotentemente, muscolare. A Brisighella decido di farmi un massaggio perché voglio correre il più possibile gli ultimi km. E così succede, corro ininterrottamente gli ultimi 10 km e ogni km corso è uno in meno al traguardo , mi sento felice ed euforico , mancano ancora 5 km ma con la testa sono già a Faenza. L’ultimo chilometro è pura magia, non c’è la folla ad incitare anche perché sono le 5 e 20 del mattino ,ma è come se ci fosse,ho addirittura avuto la sensazione di sprintare ma il mio Garmin dice il contrario , lo sprint era tutto nella mia testa, sono un Passatore e questo è quello che conta. Ce l’ho fatta ,mi dico ,e ancora il pensiero felice mi accompagna .