LA MIA NUOVA SFIDA
Ciao a tutti, sono Matteo, eh si posso dirlo: IO C’ERO!
Credo che non basterebbero 100 pagine per raccontare questa avventura, ma per vostra fortuna sono una persona molto sbrigativa e mi auguro di esserlo anche nel raccontarvi il MIO PASSATORE.
Prima di iniziare a parlarvi di questo evento non posso però saltare dei punti fondamentali del mio viaggio e, ovviamente, della mia vita.
Inizio col dirvi che amo correre, ma (purtroppo per me) l’ho scoperto solo nel 2011.
Prima della corsa non ho mai praticato sport assiduamente. Ho provato con il calcio da bambino, poi ho avuto una piccola esperienza con la boxe e, infine, sono ritornato al calcio, ma ho riappeso le scarpette al chiodo dopo solo due stagioni (anche se non del tutto deludenti!).
Un paio di anni di stop totale da qualsiasi sport che facesse sudare. L’unico “sport” che praticavo era uscire con gli amici sino alle cinque/sei del mattino. Il traguardo che ho raggiunto con questo “sport”??? La lancetta della bilancia che supera di ben 4 tacchete i 90 kg!!!
Capisco che qualcosa deve cambiare, può cambiare. Me ne rendo conto soprattutto dopo aver fatto alcune rampe di scale e aver avuto la necessità di dovermi sedere per il semplice motivo di non riuscire a respirare.
Di colpo mi ritrovo a correre dove per anni sono passato in bicicletta, in scooter e in macchina, nel luogo in cui, a Oristano, si ritrovano la maggior parte dei Runners, camminatori e anziani che passeggiano il cane: il famigerato stradone di Sa Rodia.
Come d’incanto smetto di fumare, perdo si e no una decina di chili e, quasi per scommessa (togliamo pure il quasi), mi ritrovo a Firenze per correre la mia prima maratona. Era il 25/11/2012.
Non credo ci sia qualcosa di più bello e di più faticoso. Per un momento penso di essere arrivato, di non dover più chiedere niente; ho trovato ciò che più mi fa stare meglio.
E così tra un impegno e l’altro continuo ad allenarmi e decido di iscrivermi a un gruppo sportivo – Polisportiva Runners Oristano – dove tra amici e conoscenti mi coinvolgono in tante gare.
Lì inizio a conoscere tempi, gps e km, cose di cui prima non conoscevo neanche l’esistenza, ma (per dirla tutta) non mi entusiasma molto, lo faccio solo per perdere peso e per stare bene.
Così decido di provare un’altra maratona: quella di Francoforte. La voglia di correre è tantissima, la città è bellissima, l’unico problema è il cibo, che mi costringe a fermarmi 4 volte durante la gara per problemi intestinali. Finisco con 20 minuti in meno di quella dell’anno prima. Sono sempre più in forma: ho perso ancora peso e sto sempre meglio.
Preso dalla foga – dopo soli 3 mesi dalla maratona – mi butto in una nuova impresa: mi viene la brillante idea di correre lungo la strada che ogni giorno percorro per andare a lavoro (Oristano-Cuglieri).
È cosi che inizia il 2013: con 40 km di corsa con 400 m di dislivello positivo…
SONO DI NUOVO SUL TETTO DEL MONDO!!!
Sono esaltato. Provo la classica sensazione che ti prende dopo che fai cose estremamente faticose ma allo stesso tempo immensamente gratificanti.
Purtroppo per me, però, arriva subito una mazzata. Me la da un super dottore di Cagliari (di cui non ricordo neanche il nome, ricordo però bene che in sala operatoria parlavamo di corsa… STRANO MA VERO!): linfoma di Hodgkin. Ciò significa mesi di stop tra chemio e campeggio, quindi spuntini, quindi mangiare come se non ci fosse un domani. Tutti i miei sacrifici svanirono in un solo momento. Stato d’animo sotto zero.
Ricordo che continuo a corricchiare sino ad aprile, poi la dottoressa responsabile del reparto “tumorati” quasi mi prende a calci in culo quando, tutto contento, le dico che avevo accompagnato mia sorella in una gara di 10 km.
Mi mette talmente tanta paura che abbandono del tutto la mia passione.
“Eh va beh… che cosa saranno 4 mesi senza correre?” Niente, solo la lancetta della bilancia che si riaffaccia verso i 90…
Finisco la cura, tac, pet, esami, altre rotture, ma ne esco: SONO SANO, sono di nuovo in campo, più forte che mai.
Perché sì, è stato un periodo buio ma è servito a rafforzarmi e a capire che se ce l’ho fatta a guarire dal tumore, riuscirò a farcela sempre e comunque.
LA TESTA NE TRAE GIOVAMENTO E MI SERVE QUALCOSA PER DIMOSTRARE QUESTA MIA FORZA ACQUISITA.
Si rinizia: siamo a fine 2014. Dopo solo 20 giorni dall’ultimo ciclo di chemio mi avventuro in una mezza maratona in montagna. Va bene! La porto a termine con lo stesso tempo che ci avevo messo nella mia prima mezza maratona. Sembra che sia tornato alle origini! In ogni caso, come dico sempre: l’importante è arrivare!
Poi corro qualcosa di più serio nel 2015, come la Maratona di Cagliari e il Trail di Baunei (una 40 km con 2500 m di d+ sul Supramonte, UNA MERAVIGLIA!!!) ed è lì che la testa mi riporta a un avvenimento riguardo il giorno precedente della mia prima maratona: stavamo passeggiando per Firenze, avviandoci verso il MarathonExpo e avevamo incontrato un ragazzo con la camminata un po’ goffa e il capellino storto (era un po’ strano a dire la verità!). Il suo nome è GIORGIO CALCATERRA.
Io non conoscevo bene la sua storia, sapevo solo che la settimana prima era venuto in una borgata a 7 km da casa mia per partecipare ad una gara organizzata da degli amici (ovviamente vincendola!). Facciamo circa 2 km insieme e lui ci racconta un po’ delle sue avventure e della 100 km del Passatore. Al momento, il suo racconto, mi è entrato da un orecchio e uscito dall’altro, però, forse, mi è entrato nel cuore e nella testa…
In quel tempo, però, mi sembrava un’impresa talmente da titani che neanche per l’anticamera del cervello mi sarebbe venuta l’idea di correrla!!!
È così che siamo a Gennaio 2016 e decido.
MI ISCRIVO ALLA 100… HO CAPITO CHE ERA QUELLA LA MIA NUOVA SFIDA.
Per dire la verità, sono a mille, sì, ma allo stesso tempo me la sto facendo addosso dalla paura… per dire la verità mi spaventa più la preparazione che la gara, anche perché è la prima volta e non conosco il percorso. So solo una cosa: che ci sono 1000 m di montagna da scalare…. sciocchezze!!! Ahahahah…
Iniziamo la preparazione con il mio fido compagno di squadra Antonello e altri amici. Giriamo un po’ la Sardegna tra gare e allenamenti, cercando di includere sempre salite e facendo km, molti km: 100/120 a settimana. Mai avrei pensato di fare così tanti km e soprattutto di reggere così tanti km correndo!
CI SIAMO! Siamo in Via dei Calzaiuoli, sono 15:00 e così si parte verso Faenza.
Dopo tanto tempo e sacrifici ce l’abbiamo fatta… non vedevo l’ora!!!
È una festa continua. Ci sono bambini, adulti e anziani in ogni angolo della città sino ad arrivare a Fiesole. Il caldo si fa sentire tantissimo e dove c’è occasione ci si idrata per evitare danni a postumi.
Parto molto lento perché bisogna arrivare alla Colla. Tutti dicono che chi arriva alla Colla “fresco”, arriva a Faenza. Io alla colla ci arrivo fresco… sì, perché erano le 10 di notte e a 1000 m c’è fresco! Ero partito insieme a due amici, Gianni e Antonello, ma puntualmente ci siamo persi al primo ristoro. Salendo alla Colla incontro un altro amico, noto come Orazietto del Grighine. Eravamo intorno al quarantesimo e da li inizia la nostra avventura assieme che ci porta sino a Faenza. Come d’incanto scolliniamo e iniziamo a correre. Per ben 20 km circa riusciamo a correre bene, poi la stanchezza inizia a farsi sentire e io ho una crisi che mi trascino sino all’ottantesimo dove, prendo un caffè e mi sveglio.
Sì, era sonno, non era stanchezza, era solamente SONNO.
La testa rinizia a marciare nel modo giusto e si corricchia sino al novantacinquesimo, dove incontriamo Antonello e un altro amico, veterano di questa gara, Bruno. Che ve lo dico a fare? Gli ultimi 5 km sono stati una festa, una cazzata dietro l’altra… prendere in giro Antonello e Bruno che abbiamo trovato tranquillamente sdraiati in un lettino che si facevano massaggiare da una “PIVELLA” per noi è stato rigenerante…
Arriviamo a Faenza dopo 15 h di dura – ma super soddisfacente – gara, dove abbiamo fatto solo quello che più ci fa stare bene: CORRERE…..
Un’ultima cosa, devo ringraziare delle persone che mi hanno aiutato in tutto il mio viaggio…
La mia famiglia, che senza di loro sarei perso.
In particolare, mia Sorella Leyla e la mia ragazza Alessandra perché mi hanno fatto da supporto in macchina per tutti i 100 km. (BASILARI)
Gli amici con cui ho preparato il Passatore, soprattutto per il lungo da sessanta che è stato molto duro alla fine… J
Poi Michele, che mi ha fatto conoscere e amare questo sport, un ottimo atleta e un amico che c’è sempre…
TUTTI GLI AMICI E PARENTI CHE MI HANNO SU/SOPPORTATO IN QUESTI MESI.
TO BE CONTINUED…… A S’ANNU CHI EIDI…..
Matteo Cadeddu