“LA NUMERO UNO”
Prima di iniziare il mio breve racconto, voglio ringraziare di cuore gli organizzatori, i volontari e tutti le persone che nonostante il terribile momento del terremoto in Emilia, hanno seguito con incredibile passione e professionalità lo svolgimento di questo evento di non facile gestione per numero di persone e per la vastità del territorio coinvolto.

Dopo alcuni mesi di preparazione psicologica e fisica, è arrivato finalmente il giorno tanto atteso.
Io ed il mio amico Angelo siamo alla partenza di quella che è la gara simbolo della ultramaratona italiana: Il Passatore.
Avevo studiato a memoria il percorso, e mi ero preparato umilmente, da amatore, per riuscire almeno a terminare la gara in un tempo dignitoso.
La partenza da Firenze è stata come da copione emozionante e coinvolgente.
La mia paura era quella di non riuscire a rispettare i tempi che mi ero prefisso e di farmi trascinare invece dagli altri concorrenti, rischiando quindi di bruciare le tappe e di conseguenza di “fondere” prima dell’arrivo in Faenza.
Il primo tratto in salita verso Fiesole e la vetta Croci è stato veramente bellissimo. Un paesaggio e un territorio stupendo, con una vista eccezionale sulla città di Firenze.
In seguito la strada che scende verso Borgo San Lorenzo ci ha permesso di recuperare con una corsa tranquilla, tempo ed energie.
Borgo è veramente molto carino ed il passaggio nel centro storico rimarrà un bellissimo ricordo.
Ci eravamo preparati psicologicamente ad affrontare le salite che portano al passo della Colla e con pazienza de ammirazione per il paesaggio selvaggio che ci circondava, siamo arrivati con una camminata veloce e continua ai 900m circa del gran premio della montagna.
Qualcosa meno delle sette ore preventivate. Eravamo soddisfatti e tutto sommato, dopo circa 48 km, ancora in ottime condizioni.
Ora iniziava la parte che ci preoccupava maggiormente, il buio ed la temperatura relativamente bassa non erano certo buoni compagni di viaggio.
La strada verso Marradi e`stata veramente lunga. La prima parte della discesa, ripida e quindi deleteria, ha lasciato sicuramente il segno nelle gambe.
I ristori lungo il percorso erano veramente fornitissimi,( il brodo caldo è stato una medicina) e abbiamo provato una grandissima ammirazione e gratitudine per i volontari che vi operavano.
Passato il controllo di S.Cassiano, il mio pard cominciava ad avere dei problemi ai piedi. Vesciche grandi come monete da un euro sotto i piedi.
Purtroppo dopo circa 77 km. Angelo ha dovuto abbandonare.
Una auto della organizzazione lo ha portato (encomiabili) fino all’ albergo di Faenza dove alloggiavamo.
Finirla da solo è stato psicologicamente più difficile, ma stringendo i denti sono arrivato a Faenza, in quella stupenda piazza che sognavo di vedere da tanto tempo.
Le circa 16 ore che mi sono servite per coprire la distanza, sono un dettaglio.
La soddisfazione invece enorme, è stata quella di essere riuscito a gestire con criterio la gara.
Spero che la prossima edizione mi vedrà tagliare il traguardo assieme al mio caro amico Angelo.
Grazie ancora a tutti, per avermi permesso di provare le emozioni che solo una grande gara come il Passatore può dare.
Claudio Bruni