PASSATORE EMOZIONI A GO’ GO’
Castelbolognese, 25 Aprile 2011, 50 Km di Romagna. E’ la prima volta che corro su questa distanza, per me che ho alle spalle circa 25 maratone, significa “mettere il naso” nel mondo ultra ed ho deciso di farlo per passare in modo leggero dalle 42, “tanto 8 Km in più cosa vuoi che siano”.
Il destino vuole che accompagni una ragazza che sta preparando da mesi la 100 ed il tarlo comincia inconsciamente ad insinuarsi nella mia mente. Finisco la gara soddisfatto, ma esausto: 4 ore e 2 minuti e, tra me, dico: “Chi vuole fare la 100 è solo a metà, sono dei pazzi, non fa per me!” Naturalmente, noi podisti sappiamo che le promesse fatte subito dopo una gara impegnativa vengono ribaltate già il giorno dopo, perché, ripensando a cosa hai fatto, il passo successivo è una nuova sfida e così la mia mente lavora e litiga con la parte razionale che dice “non hai la preparazione, Nic! Manca un mese al Passatore, anche con le buone intenzioni finiresti steso al 60° km”, ma il meccanismo contorto della mia testa è avviato e la sfida è praticamente lanciata (“perché la vita è un brivido che vola via…, è tutto un equilibrio sopra una follia…)
Decido di provare a correre con più tranquillità la Strabrescia, una 42 molto impegnativa con salite e discese anche tecniche: la corro piano per stare sulle gambe ed alla fine 4 ore e 25 minuti rappresenteranno il lungo di maggiore durata affrontato in vista della 100. Però le sensazioni sono buonissime ed il giorno dopo sto benissimo di gambe e di testa. Sto leggendo un libro che aiuta a motivare e assimilo il “principio dell’immaginazione”, il quale insegna che se vuoi qualcosa apparentemente impossibile, devi cominciare ad immaginare di raggiungerla (usando passione ed emozioni): per cui se punti a correre 100 km… alza l’asticella ed immagina di fare una preparazione per una gara di 120 km e prova a vivere mentalmente quello che sentiresti nel finirla! E’ fatta! Ho deciso che in qualche modo passerò sulla Colla ed arriverò a Faenza anche sui gomiti se serve! Perché, se ci si deve rovinare, almeno che lo si faccia con stile!
E così mi ritrovo in Piazza della Signoria, a Firenze, a spiegare ad una turista tedesca , in un improbabile inglese, che quelli che vede con appiccicato un numero sul petto sono i “pazzi” che partiranno alle 15 per fare 100 km fino a Faenza! L’obiettivo è finirla dignitosamente, ma so che farò molta fatica dopo il 65-70° km, per cui mi metto il cuore in pace e rilassato parto dopo l’emozionante Inno d’Italia. Corro bene, senza pressioni, concentrandomi sulle mini tappe e dedicando l’attenzione sia sui posti meravigliosi (Fiesole fantastica, le colline successive davvero uniche), sia sulla positività che trasmette la gente che incontri, specialmente i bambini, ai quali regalo il “5” quando posso. Faccio il pieno di energia mentale che mi servirà più avanti. Incontro amici conosciuti su Facebook ; alcuni hanno già corso il Passatore ed allora cerco di assorbire i loro preziosi consigli e li ringrazio perché sono stati davvero utili. A Borgo San Lorenzo ci arrivo dopo 2 ore e 44 minuti , il tempo che volevo, la bellezza di questo posto è stimolante per cui comincio la salita senza troppi affanni; al cartello dei 42,195 m. l’orologio segna 3h e 51’ e per rincuorarmi mi dico: “Comincia la seconda maratona!” La parte finale della Colla è dura, specialmente per me che faccio davvero fatica nelle salite, ma comincio ad utilizzare il “meccanismo delle emozioni” e posso dire che funziona, perché salgo bene raggiungendo la vetta dopo 4h e 35 minuti e, soddisfatto, mi porto alla tenda per un cambio completo. Perdo in tutto 20 minuti (l’anno prossimo non rifarò l’errore) e comincio la lunga discesa; ne approfitto per cercare di rilassarmi e mi godo i colori della natura circostante.
Mi rendo conto che il momento critico arriverà tra poco e, un po’ mi deprimo, pensando che mancano ancora 35 km; però, poi, penso che tutto sommato vale la pena concentrarsi su 5 km alla volta e il giochino funziona : con sorpresa scopro che… continuo a correre! A buon ritmo e prendo coraggio, anche se ripartire dai ristori ogni volta è molto dura ; qualcuno da qualche parte mi dice che posso anche camminare, ma riesco ogni volta a ripartire ed in questo modo emergono energie nascoste che neanche sapevo esistessero! Resto davvero sorpreso di come la forza di volontà riesca a superare la fatica fisica, e mi ripeto spesso: “Hei Nic, ma lo sai che stai correndo da più di 7 – 8 ore senza particolari problemi?” Capisco che sto vincendo la mia sfida e, via,via che passano i km, divento sempre più carico e provo ad immaginare di stare sotto le 10 ore; cosa davvero impensabile prima, data la lacunosa preparazione, però mi rendo conto che posso riuscirci e ci provo, tanto che ho da perdere? 90° km prima e 95° km poi, …eccoli lì i cartelli: “Ma ti rendi conto Nic che hai davvero corso per tutta questa strada?” Cartelli meravigliosi, avessi avuto assistenza mi sarei fermato in posa per una foto, ….non ci credevo! Però, al 97° km, ecco arrivare una crisi fortissima che manda all’aria le mie ambizioni cronometriche (và bene la testa, ma io non sono superman): tutto improvvisamente mi fa male, forse ho davvero speso troppo, e così rinvio al prossimo anno l’obiettivo cronometrico e cammino per un km, riprendendo la forza per finire di corsa e di entusiasmarmi sull’arrivo, felice come un bimbo, saltando sulla linea del traguardo e, cacciando un urlo di gioia, mi accorgo che qualche lacrima di felicità ha toccato il suolo di Faenza! 10 ore 5 minuti e bruscolini, tempo inimmaginabile alla partenza (anche se ritengo da sempre che un riscontro cronometrico ti misura solo il tempo, ma non è sufficiente per definire la grandezza interiore che ognuno ha e che può scoprire).
Penso che tornerò per l’edizione n. 40 perché qualcuno diceva che: “Sse mi fosse dato di vivere senza la possibilità di sognare e di lottare per un sogno, bello quanto inutile, sarei un uomo finito… Alla fine di questa bella storia devo rivelare ciò che mi ha “tenuto a galla” nei tanti momenti di sconforto: “… e ho guardato dentro un’emozione e ci ho visto dentro tanto amore, che ho capito perché non si comanda il cuore”, come diceva quel tale…
Mi hanno “tenuto su” le emozioni e le lacrime al passo della Colla;
mi hanno “tenuto su” i ristori favolosi con tutte le uova e le banane che mi son mangiato;
mi hanno “tenuto su” naturalmente i volontari ai quali ho sempre risposto con un sorriso ed un grazie per l’impagabile lavoro svolto (è l’unica moneta che avevo in quel momento);
mi hanno “tenuto su” le lacrime versate nei posti incantevoli di questo meraviglioso percorso;
mi hanno “tenuto su” le lucciole (era tanto che non le vedevo), che mi hanno fatto compagnia nei tratti al buio;
mi ha “tenuto su” la telefonata (sì lo ammetto avevo il cellulare, essendo senza assistenza non si sa mai) alle 22.10 di mio figlio Michele, 7 anni, che mi ha detto: “Per me non arrivi alla fine…, scherzo papi, lo so che stai andando come il vento!”;
mi ha “tenuto su” la telefonata alle 23.00 di mia moglie Laura che mi dice: “Allora arrivi entro l’una che voglio andare a dormire? Ho dovuto accelerare, si va be’, accelerare all’80° km è una bella battuta!
mi ha “tenuto su” la rabbia per aver perso, causa incomprensioni, un’amicizia che poteva generare grande energia! Però nella vita mai dire mai e io sono ottimista di natura…
..…E va bene così…..senza parole….
Nicola Federici