Quando il sogno diventa realtà
Cronaca della 42esima edizione della 100 chilometri del Passatore – Firenze-Faenza 24/25 maggio 2014.
La natura umana è bizzarra. Un tempo l’uomo correva per cacciare e quindi per vivere: Oggi, invece, l’uomo vive per correre. Questa considerazione è paradossale, ma è così. “Ogni maledetta domenica“, che è anche il titolo di un bellissimo film con Al Pacino nelle vesti di coach di una squadra di football, invece di riposare come fece Dio: «E il settimo giorno, Dio si riposò da tutte le opere che aveva portato a termine», andiamo a correre in giro per l’Italia. Ma che ci volete fare, d’altronde io sono affetto da una “SANA malattia” definita “sindrome della corsa“.
Era il lontano 14 settembre 2003 quando posai la prima pietra o meglio le prime scarpe sulla lunga distanza. Quel giorno corsi la prima edizione della “Maratona di Parma”, coprendo la distanza in 03:56:56.
L’anno 2003 mi consacrò “maratoneta” e da allora non ho più smesso di correre maratone. Il culmine lo raggiungo nell’anno 2013, correndo 24 maratone/ultra.
Ripercorrendo quindi la mia modesta carriera podistica, con immensa gioia posso finalmente affermare di avere raggiunto un obiettivo importante: 100 maratone/ultra, entrando così a far parte a pieno titolo del “Club Super Marathon Italia”, istituito a Forlì il 24 febbraio 1996, facendo parte del cosiddetto “popolo delle lunghe“
Qualcuno si domanderà il perché definisco con il termine “modesto” la mia carriera da podista. Semplice, perché ho iniziato a gareggiare in età “avanzata“, 37 anni, e quindi non avendo una buona base, tale da raggiungere velocità competitive, non ho mai ottenuto piazzamenti in gara. Dopo vari e vani tentativi di raggiungere determinati risultati, nasce l’idea di dedicarmi alle lunghe distanze e così comincio a macinare chilometri su chilometri partecipando a diverse maratone fino a portarmi oltre la classica distanza di 42,195 chilometri, con la 50 chilometri di Romagna, fin tanto che non mi balena l’idea di sfidare me stesso, correndo la 100 chilometri del Passatore.
La 100 chilometri del Passatore, per antonomasia definita “la più bella del mondo” è una della gare più affascinanti che io abbia mai corso e non a caso ho voluto festeggiare la maratona n. 100 correndo appunto la gara più bella del mondo. Non si tratta di una semplice gara, è molto di più, è una festa.
La gara nasce nel gennaio 1973 e prende il nome dal famoso brigante italiano Stefano Pelloni, detto il Passatore, il più efferato tra i briganti romagnoli.
L’idea di totalizzare la mia 100esima maratona, nasce nel 2013 e quindi pianifico meticolosamente le gare per il 2014 sino al mese di aprile. Questo il programma: 06 gennaio Maratona di Crevalcore (BO); 12 gennaio Ultramaratona della Pace-Bagnacavallo (RA); 23 febbraio Maratona delle Terre Verdiane (PR); 09 marzo Maratona di Brescia; 16 marzo Maratona di Ferrara; 23 marzo Maratona di Roma; 06 aprile Maratona del Lamone – Russi (RA) 25 .aprile 50 Chilometri di Romagna – Castebolognese (RA);27 aprile Rimini Marathon. Fortunatamente tutto è girato per il verso giusto ed il puzzle è riuscito alla perfezione.
Mi iscrivo alla gara nel mese di dicembre 2013 e chiedo all’organizzazione di valutare la possibilità di assegnarmi il pettorale nr. 100, spiegando loro il motivo della ricorrenza. La mia richiesta non va a buon fine in quanto mi viene risposto che i primi 100 pettorali vanno assegnati ai primi 100 classificati nella precedente edizione. Non contento della risposta da parte dell’organizzazione, mi rivolgo all’allora presidente del Club Super Marathon Italia, Gianfranco Gozzi, chiedendogli un aiuto, ma anche lui mi risponde che gli organizzatori della 100 chilometri del Passatore sono rigidi a questo tipo di richieste e che mi avrebbe fatto fare lui un canotta con la scritta “con questa sono 100“, che mi consegnava a Salsomaggiore Terme (PR), pagandola ovviamente, la mattina della partenza della maratona delle Terre Verdiane. La cosa mi aveva lasciato l’amaro in bocca. Di tanto in tanto controllavo sul sito l’elenco degli iscritti, constatando che il pettorale nr. 100 non veniva assegnato. Verso la fine del mese di marzo ritorno alla carica ottenendo, con infinita gratitudine, il desiderato pettorale n. 100. Questa la risposta ufficiale:
“100chilometri del Passatore <100chilometri@evomail.it>
Salve,
l’abbiamo assegnato il pettorale100
Cordiali saluti
A presto________________
Tatiana Khitrova
A.S.D. 100 Chilometri del Passatore
Via Cavour 7 – 48018 Faenza (RA)
tel. 0546 64603 fax 0546 687804
www.100chilometridelpassatore.it“
A questo punto inizia la programmazione dell’evento. Inizialmente eravamo solo in due a cimentarci nella lunga distanza, io e Paolo Bucci. Luca Pastori era in forse a causa di un piccolo infortunio. Come accompagnatore si era proposto Gianfranco Gobbi, alis Scaio. Qualche giorno prima dell’evento il vulcanico Scaio cambia idea. Trova un accompagnatore, Vincenzo, e si iscrive anche lui alla 100 chilometri, trascinandosi dietro anche Stefano Mingori che oltretutto non aveva mai corso una maratona. Con loro si iscrive anche Rocco Tagliavini, che era stato uno dei miei accompagnatori nella passata edizione, rimasto folgorato dalla bellezza del percorso, dall’atmosfera e dalla magia che circonda la 100 chilometri del Passatore. Tirando le somme, alla fine, a rappresentare la Polisportiva Torrile Running Team alla 100 chilometri del Passatore, eravamo in sei: io, Paolo, Scaio, Rocco, Luca e Stefano, oltre a tre accompagnatori, Vincenzo, Roberto e Giovanni. Con noi si aggrega anche Walter Perott del gruppo podistico ASDC Il Castello Running, regista della trasmissione Speed Runner, che va in onda su TV Parma, iscritto anche lui alla gara assieme a Simone Dolci del medesimo gruppo podistico.
Nei giorni precedenti la gara, tanti amici, chi tramite facebook, chi attraverso sms, chi per telefono, altri di persona, hanno voluto manifestare il loro affetto augurandomi buona corsa e buon centenario, del tipo:“Non sarà una gara qualunque, non sarà un traguardo qualunque …Buon centenario Nino Gioffre! Keep on running!” – “Ciao Nino, purtroppo non potrò essere a Faenza per condividere con te l’arrivo al traguardo della tua 100^ impresa ma ti auguro che questo non sia solo un traguardo ma un punto di partenza per altre nuove avventure di corsa e di vita. Un abbraccio forte”.
Programmiamo quindi il viaggio e cosi il 24 maggio, alle ore 07:45 circa partiamo, alla volta di Firenze. Raggiungiamo la città con congruo anticipo. Posteggiamo le autovetture nel parcheggio della stazione ferroviaria Santa Maria Novella e ritiriamo il pettorale. A differenza dell’anno scorso, la giornata e stupenda, anzi forse è anche troppo calda. Facciamo un giro turistico e verso mezzogiorno consumiamo il pranzo a base di pasta e macedonia di frutta. Alla fine del pasto ritorniamo nel parcheggio per preparaci alla gara la cui partenza era prevista per le ore 15:00 da via del Calzaiuoli. Terminata la vestizione ci avviamo verso la partenza e prima di raggiungere le griglie Walter provvede a scattare qualche foto e ad intervistare i singoli partecipanti. Alle 15:00 in punto si parte. Via dei Calzaiuoli è gremita di podisti. Le cifre parlano di boom, oltre 2000 iscritti.
So perfettamente a cosa vado incontro. Ho già corso e portato a termine altre tre edizioni di questa ultramaratona, nel 2010, 2012 e 2013 e conosco i punti critici. Il primo obiettivo da centrare è quello di arrivare al passo della Colla o meglio a Colla di Casaglia, il punto più alto a 913 mt che coincide con il chilometro 48, sprecando meno energie possibili. Prima, però, bisogna raggiungere e superare il primo traguardo intermedio posto a Borgo San Lorenzo, al chilometro 31,5. Da qui inizia il tratto più impegnativo per raggiungere il secondo traguardo intermedio, costituito da 16,5 chilometri di salita. Raggiungo il passo della Colla verso le ore 21 circa. Qui, ad aspettarmi, c’era il mio accompagnatore. Effettuo il cambio indumenti per affrontare la notte e indosso i dispositivi di sicurezza vale a dire torcia frontale e led lampeggianti. La seconda parte è molto meno impegnativa, ma bisogna fare i conti con i 48 chilometri già sulle gambe e ne rimangono ancora 52, i più difficili. Intanto i chilometri avanzano sempre di più e raggiungo Marradi, terzo traguardo intermedio, posto al chilometro 65. Nel frattempo telefono ad Andrea per sapere quando arrivava sul posto e mi rispondeva che sarebbe arrivato dopo la mezzanotte e che era in compagnia di Gabriele, Lorella, Cinzia e Terry. Verso l’80esimo chilometro, se non ricordo male, vengo raggiunto da Andrea e Terry che mi fanno compagnia per circa 7/8 chilometri. Gabriele e Cinzia, invece fanno compagnia allo Scaio e a Rocco. Stefano, purtroppo, è costretto a ritirarsi verso il 70esimo chilometro. Lorella conduce la macchina per poi trasportare Andrea, Terry, Gabriele e Cinzia a Faenza per festeggiare il nostro arrivo.
Superato il 98esimo chilometro telefono al mio accompagnatore Vincenzo affinché mi venga incontro per portarmi la canotta del Club Super Marathon Italia che recava la scritta “con questa sono 100“. Indosso la canotta e mi involo verso il traguardo. 99 chilometri sulle gambe e non sentirli. L’ultimo chilometro lo corro come il primo. Intravedo finalmente l’arco dell’arrivo, lo supero mani al cielo e qui ad attendermi per festeggiare c’erano Andrea, Gabriele, Paolo, Cinzia, Lorella e Terry. La sorpresa più grande è stata Terry che per l’occasione ha preparato una crostata di prugne con su scritto 100 Chilometri. Abbiamo atteso l’arrivo di Rocco, Walter e Scaio ed ovviamente l’abbiamo divorata. Grazie Terry.
Grazie di cuore a tutti, ma soprattutto ad Andrea che oramai erano tre anni che lo aspettavo all’arrivo.
I 100 chilometri percorsi al Passatore hanno coinciso con la mia 100esima maratona/ultra. Si è chiuso un ciclo e se è vero che per ogni ciclo chiuso se ne riapre un altro, mi auspico che il traguardo del Passatore sia un punto di partenza per altre avventure di corsa e di vita, come me lo ha augurato la mia cara amica Deborah.
Quest’ultima parte è tratta dal mio resoconto scritto nel 2012. Ho soltanto apportato alcune piccole modifiche: “la 100 Chilometri del Passatore non è una gara, ma un evento che racchiude in se avventura, incognite, imprevisti, ostacoli, gioie. Avventura perché sai quando parti, ma non sai se arrivi e se arrivi non sai in che condizioni. Incognite perché lungo un percorso di 100 chilometri può accadere di tutto. Ostacoli perché non sai se andrai incontro a pioggia, vento, freddo ed infine gioie perché se riesci tagliare il traguardo è una sensazione indescrivibile, soprattutto se oltre quella linea di confine c’è una o più persone a te care che ti aspettano a braccia aperte. Sono proprio queste caratteristiche che rendono unica questa competizione.. Tagliare il traguardo della 100 chilometri del Passatore è come vivere una seconda vita. Improvvisamente i sensi da 5 passano a 6 e cioè si va ad aggiunge un senso non convenzionale che non è né la ragione, né l’istinto, ma è “il sogno”. Qualcuno ha detto che ognuno di noi ha due vite, una quella che vive e l’altra è quella che sogna. Ebbene, io oggi ho realizzato per la quarta volta un sogno che dedico in particolare alla compagna della mia vita Barbara ed ai miei due figli Alessandro Giuseppe e Chiara. La forza della mia vita sono loro. Vi voglio bene non con il cuore, ma con l’anima perché il cuore un giorno finirà di battere, ma l’anima vivrà per sempre”.
Nino Gioffrè