Questo è il Passatore!
Questo è il Passatore!
E con quest’ultimo fanno 5; per il quinto anno consecutivo il Passatore ( per chi non sa: corsa a piedi di 100km con partenza da Firenze e arrivo a Faenza) è stato concluso. Mi ero ripromesso che questo sarebbe stato l’ultimo e cosi sarà! Dall’anno prossimo altri obiettivi e altre sfide che, sinceramente, non ho ancora programmato! Ma il Passatore mi rimarrà sempre nel cuore, soprattutto per quello che ha significato, emotivamente parlando, nel corso di questi ultimi miei cinque anni di vita.
La gara in se l’ho sempre affrontata con un piglio, tutto sommato rilassato e senza particolari obiettivi di tempo e performance ( anche se per una corsa di 100 km è sempre meglio arrivarci abbastanza preparati fisicamente); non vi nascondo però che per questa ultima volta ci tenevo a fare un buon tempo. Mi sono preparato un po’ di più rispetto alle altre precedenti 4 edizioni e infatti il mio record personale è arrivato.
Ma non è del mio Passatore che voglio parlare! Mi piacerebbe riuscire, in queste poche righe, a coinvolgervi in una delle esperienze sportive più intense a cui ho mai partecipato e che ha contribuito a cambiare alcuni aspetti del mio carattere, perché questo è il Passatore: non una gara, ma un percorso che ti segna sia fisicamente che psicologicamente e che una volta terminato, ti proietta a quello dell’anno successivo, nonostante tu abbia appena trascorso le ultime ore a soffrire come un cane e a maledirti per essere partito per l’ennesima volta.
La partenza è da sempre fissata per le ore 15 dal centro di Firenze e sotto lo striscione si ammassano da 43 anni atleti e spettatori che via via sono aumentati sempre di più, nel corso delle diverse edizioni( quest’anno si contavano circa 2600 concorrenti iscritti provenienti da tutto il mondo!).
Con la pioggia o con il sole, alle tre spaccate il colpo di cannone da il via alla gara e il serpentone di podisti si dirige verso la periferia della città, attraversando ali di gente festante che saluta il passaggio dei corridori ancora freschi e sorridenti ( ma con qualcuno che invece impreca, fermo in macchina agli incroci); si perché da li a poche ore l’approccio gioviale sarà sostituito da pensieri completamente diversi.
Già dopo la prima salita di Fiesole, qualche dubbio su come andrai ad affrontare il resto del percorso, inizia a venirti! Non tanto perchè sei stanco ( se così fosse, non saresti dovuto nemmeno partire!), ma per i pochi KM che hai percorso, nonostante lo sforzo prodotto per farli; sarà la tensione o i primi lievi dolorini che inizi ad avvertire, stà di fatto che una leggera sensazione di paura nel non riuscire a concludere la tua prova ti viene!
Ma ti accompagna solo per qualche km, perché la strada, dopo la Vetta Le Croci scende fino a Borgo San Lorenzo e le gambe riprendono a girare come si deve; a questo ci aggiungi lo stop ai ristori incontrati sul percorso per bere e mangiare e ti sembra di essere partito proprio in quell’istante. Purtroppo, però è solo un’illusione; il peggio deve ancora venire!
Infatti, superato appunto l’abitato di San Lorenzo, la strada ricomincia a salire e per poco meno di 20 km sarà tutta cosi sino alla famosa “Colla”, il punto più alto del percorso a quasi 1000 mt di altezza. Questo tratto è uno dei più complicati: salita lunga, il sole che cala abbassando la temperatura e il serpentone di gente che già da un po’ si è decisamente sgranato facendoti ritrovare, per alcuni momenti, completamente da solo, con i tuoi pensieri e i primi veri segnali di stanchezza fisica.
Questa parte di gara va affrontata con molta attenzione; se sei ben preparato, sali anche di corsa ma devi stare attento a non esagerare! Non sei nemmeno a metà e la lunga discesa dopo la Colla può contribuire a farti diventare una delle tante “vittime” in preda a crampi o peggio segnando la tua gara senza appello.
È bello e motivante arrivare in cima al monte! C’è un sacco di gente che ti aspetta e sembra di rivivere i momenti della partenza da Firenze con la differenza che hai quasi 50 km nelle gambe, il tempo è diverso ( se prima c’era il sole e caldo, ora la temperatura è decisamente più fresca; se giù pioveva, qui potrebbe anche nevischiare) e se affronti il Passatore come fa la maggior parte dei partecipanti, potresti arrivare al tramonto o addirittura con il buio. Nessun problema … sei a metà gara e da questo punto inizia il tuo personale conto alla rovescia!
Si perché se è vero e incontestabile che i Km sono tanti uguali per tutti, ognuno li affronta a modo suo; ed è questo che rende unica una prova così. Al di la della modalità tecnica ( puoi correre, puoi camminare o fare entrambe le andature alternando il passo e velocità) è l’approccio mentale che fa decisamente la differenza! È il come decidi di affrontare la fatica, il dolore e quel desiderio martellante di fermarti e andartene a casa. Sta qui il segreto! E non devi essere un supereroe, ma semplicemente te stesso consapevole che comunque vada a finire tu hai fatto il massimo.
In un attimo sei a Marradi, dopo 65 km a piedi! Qui inizia il Passatore. Hai coperto più della metà del percorso ma ne hai ancora 35 km da fare. Ora tutto dipende da te; da quello che vuoi ottenere da questa prova, da quanto ti sei preparato nei mesi passati e da quanto puoi reggere mentalmente uno sforzo che comunque inizierà a segnarti. In più mettici il buio pesto e il quadro della situazione non è certo dei più gradevoli. Sappi che se decidi di proseguire, lo dovrai fare fino alla fine! Se invece decidi che la tua prova termina qui, va bene uguale ma senza nessun rimpianto … hai fatto il tuo massimo e va bene così!
Per chi prosegue però, la prossima tappa da mettere nel mirino sarà Brisighella dopo 20 km; tanti certo, ma se hai deciso di andare avanti, quello deve essere il tuo obiettivo.
Questo tratto è molto difficile, non tanto per la conformazione del percorso ( sei sempre in leggera discesa), ma perché, oggettivamente, inizi ad essere stanco; ogni scusa per rallentare o fermarti è buona! Inizi a darti ogni sorta di giustificazione sul perche lo devi fare e cerchi conferme da altri che come te si trovano nella stessa situazione. Nessuno ti costringe ad andare avanti, puoi ritirarti in ogni momento e sarà giusto cosi; il fatto è che non lo concepisci ormai più, il ritiro! Non fa più parte dei tuoi pensieri, sei già abbastanza preoccupato per i dolori ormai persistenti, ma soprattutto la mente è rivolta al prossimo obiettivo che ti sei imposto di raggiungere prima di arrivare a Brisighella!
Obiettivo dopo obiettivo, che la tua mente crea e il tuo corpo raggiunge, eccoti a Brisighella; da qui all’arrivo ne mancano 10! Hai fatto ben 90 km e, a meno che non succeda una catastrofe ambientale o ti arrivi un meteorite in testa, a Faenza ci devi arrivare … punto!
E ci arrivi, perché significherà portare a casa, anche per quest’anno, la tua personalissima impresa! Gli ultimi Km sono un misto di sofferenza fisica e di euforia mentale; questo sino al traguardo dove un mega schermo ti saluta complimentandosi per il tempo che ci hai impiegato. Tanto o poco che sia, chi se ne frega … sei arrivato e hai dato tutto! Da questo momento in poi, per le successive ore, il cervello si spegne, il corpo cede e tu non sarai più la stessa persona che è partita il pomeriggio del giorno precedente da Firenze!
Questo è il Passatore!
Stefano Storti