× Ritorna la 49^ edizione della 100km del Passatore - 25-26 maggio 2024
La dieta del centochilometrista - 100 KM del Passatore | Firenze - Faenza

La dieta del centochilometrista

La dieta del centochilometrista

Ultimamente mi sento parecchio rimpolpata, guanciotte, maniglie, braccioni, un po’ dappertutto insomma, sensazione confermata da quello strumento di tortura chiamato bilancia, che, come il calendario, continua a snocciolare cifre sempre più alte man mano che il tempo passa. Ma, come diceva il buon Amleto “correre per mangiare o mangiare per correre, questo è il problema”.

La dieta del centochilometrista

di
Laura Failli

Ultimamente mi sento parecchio rimpolpata, guanciotte, maniglie, braccioni, un po’ dappertutto insomma, sensazione confermata da quello strumento di tortura chiamato bilancia, che, come il calendario, continua a snocciolare cifre sempre più alte man mano che il tempo passa. Ma, come diceva il buon Amleto “correre per mangiare o mangiare per correre, questo è il problema”. Fatto sta che il Tuscany Crossing mi aveva lasciato con un appetito degno di Tantalo e tanto bisogno di integratori, che mi sono subito affrettata ad assumere sotto forma di noci, mandorle, cioccolato fondente, albicocche secche, paste di mia figlia pasticcera, megafrullati di frutta, pane e marmellata, pane e prosciutto, pane e porchetta, eccetera, recuperando alla grande tutti i nutrienti persi, come si suol dire.
Ma si sa, una 100 km tira l’altra e, se il Tuscany mi aveva dato grandi soddisfazioni bucolico-paesaggistiche, mi era tuttavia tornata la voglia di rimettere i piedi sull’asfalto, magari inalando le alte concentrazioni di ossido di carbonio che allietano il tracciato del Passatore. Pensavo che sarebbe stato più facile, ora, dopo l’anno scorso con pioggia e gelo. E poi la strada stavolta la sapevo, la pregustavo, la volevo! Unico problema: ci vorrebbe un Amico, e in un attimo, come per miracolo, si materializzano Cavallo Pazzo Giglioni e quel sant’uomo di Antonio Fazio, et voilà ecco formato il trio Ronzinante (Antonio, alla guida dell’auto), Don Chisciotte (Luchino) e Sancho Panza (e chi se non la sottoscritta?).
Non so quanto il mio corpo odi la mia testa quando lei lo vuol fare correre e quanto quest’ultima si profonda in inganni psicologici per convincerlo, fatto sta che il corpo ha deciso che avrebbe fatto il Passatore solo se la testa gli avesse concesso una bella frittura di pesce e impepata di cozze la sera prima della partenza.
E così fu, vassoio fumante dopo vassoio fumante di prelibato pesce alla cena del gruppo della ginnastica, con due piccoli extra: patatine fritte calde e salate il giusto e dolici a buffet.
Allora corpo, si va?
Si va. Si vola, su e giù per la Colla, si stringono i denti, si va in crisi di sonno, si arriva all’alba in poco più di 14 ore, 1h50’ meglio dell’anno scorso.
“Testa, qual’era il premio pattuito?”
“Una Tennent’s, Corpo. Ma te ne meriti tre (in buona compagnia)!”

Fatto sta che il Tuscany Crossing mi aveva lasciato con un appetito degno di Tantalo e tanto bisogno di integratori, che mi sono subito affrettata ad assumere sotto forma di noci, mandorle, cioccolato fondente, albicocche secche, paste di mia figlia pasticcera, megafrullati di frutta, pane e marmellata, pane e prosciutto, pane e porchetta, eccetera, recuperando alla grande tutti i nutrienti persi, come si suol dire.

Ma si sa, una 100 km tira l’altra e, se il Tuscany mi aveva dato grandi soddisfazioni bucolico-paesaggistiche, mi era tuttavia tornata la voglia di rimettere i piedi sull’asfalto, magari inalando le alte concentrazioni di ossido di carbonio che allietano il tracciato del Passatore. Pensavo che sarebbe stato più facile, ora, dopo l’anno scorso con pioggia e gelo. E poi la strada stavolta la sapevo, la pregustavo, la volevo! Unico problema: ci vorrebbe un Amico, e in un attimo, come per miracolo, si materializzano Cavallo Pazzo Giglioni e quel sant’uomo di Antonio Fazio, et voilà ecco formato il trio Ronzinante (Antonio, alla guida dell’auto), Don Chisciotte (Luchino) e Sancho Panza (e chi se non la sottoscritta?).
Non so quanto il mio corpo odi la mia testa quando lei lo vuol fare correre e quanto quest’ultima si profonda in inganni psicologici per convincerlo, fatto sta che il corpo ha deciso che avrebbe fatto il Passatore solo se la testa gli avesse concesso una bella frittura di pesce e impepata di cozze la sera prima della partenza.
E così fu, vassoio fumante dopo vassoio fumante di prelibato pesce alla cena del gruppo della ginnastica, con due piccoli extra: patatine fritte calde e salate il giusto e dolici a buffet.
Allora corpo, si va?
Si va. Si vola, su e giù per la Colla, si stringono i denti, si va in crisi di sonno, si arriva all’alba in poco più di 14 ore, 1h50’ meglio dell’anno scorso.
“Testa, qual’era il premio pattuito?”
“Una Tennent’s, Corpo. Ma te ne meriti tre (in buona compagnia)!”

di Laura Failli

 

Condividi questo post